Matrimonio civile o religioso?

21 Novembre 2019 di Indiscreto

In Italia i matrimoni con rito civile hanno superato quelli con rito religioso, per la prima volta nella storia. L’ISTAT ha infatti rilevato che nel 2018 i matrimoni civili sono stati il 50,1% del totale (92.182 in numeri assoluti) e anche se il dato è in qualche modo dopato da seconde nozze, quasi mai religiose, e unioni civili, la notizia fa sensazione.

Per gli uomini italiani l’età media del primo matrimonio è di 33,7 anni e per le donne di 31,5, con netta tendenza all’aumento. Quando corriamo per strada o in un parco, avendo quindi tempo di osservare le persone invece che stordirci davanti a uno schermo, raramente capiamo se i rari bambini siano lì in giro accompagnati dai genitori o dai nonni. Non è né un bene (tendenza Gramellini) né un male, solo cronaca.

Inutile fare i soliti discorsi sulla precarietà, sui nuovi poveri, sui bamboccioni, magari fondati sul piano statistico ma comunque da integrare con i numeri sulle convivenze (quelle ufficiali sono circa 1.400.000, più del triplo rispetto a vent’anni fa) e con tante situazioni che nel mondo di oggi sfuggono alle rilevazioni. Per non dire dell’omosessualità vissuta più liberamente, senza coperture sociali. Non manca il mantra giornalistico del genere ‘Italia spaccata in due’: al Nord il 69,3% dei matrimoni è con rito civile, al Sud soltanto il 30,4%.

E andiamo diritti sul ‘Di qua o di là’, che non riguarda tanto l’essere cattolici quando la sacralità che si attribuisce al matrimonio. Se vi doveste sposare oggi, preferireste il matrimonio civile o quello religioso?

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