Magri e famelici

27 Marzo 2010 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni

Ci vogliono magri, ci chiedono di essere famelici. Non è facile, ma vedendo in video la faccia di Boscia Tanjevic, dopo sei ore in sala operatoria, diciamo ai giocatori che devono fare come questo gigante, quest’uomo capace di scatenare l’inferno dei sentimenti.
Di entrarci, nell’inferno, uscendo, però, sempre con un sorriso come quando vinceva scudetti, campionati europei, ma anche quando perdeva finali importanti, accettando con iroinia l’etichetta degli stupidi su chi arriva troppe volte secondo senza mai domandarsi che titolo dare a quelli che in finale non ci vanno mai. Questo è il paese dei campanelli dove, dopo Tel Aviv, hanno dato del perdente persino a Pianigiani, preparandogli il campo di ortiche per l’Europa di Azzurra. Interrogato dagli amici sulla scelta di Istanbul per una operazione così delicata, scartando gli Stati Uniti, il nostro Boscia ha risposto con un concetto che dovrebbe valere per tutti:” Ho vissuto 8 anni ad Istanbul, mi hanno dato tanto, ho fiducia in loro e devo restituire qualcosa”. Un po’ d’intestino, un po’ di fegato. Ci può stare.
Ecco cari ragazzi che entrate ed uscite dalle nostre squadre. Provate a pensarci. Siamo contenti che ci sia gente come Mazzarino capace di spiegare Cantù ai nuovi viandanti, che la Cimberio abbia ritrovato allegria con la coppia Childress-Slay. Siamo sicuri che la NGC chiederà a Roma la carta verde rilasciata da Siena, perché le serve, perché a mezzogiorno ha più fame di celebrità. Siamo certi che Pillastrini sacrificherà tutto per vincere a Ferrara perché sarebbe salvezza sicura e lui a quella ci tiene. Ma tiene anche ad altre cose se riununcia ai suoi pensieri per esserci nella bella presentazione del “Garbosi”, 1260 ragazzi delle giovanili, 84 squadre, per rinunciare alle Delizie pur di mettersi subito al lavoro. Varese e il Barillà, altra festa giovanile. Insomma c’è gente che pensa al futuro e non si perde dietro alle promesse dei soliti marinai senza un porto dove mettere in tasca qualche euro.
Oscar Eleni

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