L’ora della restaurazione

3 Ottobre 2011 di Libeccio

di Libeccio
L’Inter è una squadra vecchia con molti problemi, che uniti all’usura sembrano giunti al punto di non ritorno. Alcuni giocatori sono oltre il finale di carriera ed altri sono imberbi o palesemente inadeguati per giocare ad alto livello. Ranieri non può essere sempre re Mida se Gasperini non ne azzeccava una, il che non toglie che il cambio abbia fatto bene a tutto l’ambiente. Dopo anni di trionfi ci sta di entrare nel cono d’ombra, molti addirittura vivono meglio senza ascoltare il mourinhano ‘rumore dei nemici’.
Ferma restando questa premessa di valore, occorre dire che nella prima mezzora di gioco contro il Napoli era l’Inter a fare la gara (da manuale il gol di Pazzini annullato per una questione opinabile di fuori gioco). L’arbitro poi ha “inspiegabilmente” sbagliato alcune valutazioni rilevanti e ha in larga misura deciso l’andamento dell’incontro nel senso che sappiamo. Può accadere ed in passato è stata l’Inter ad avvalersi favorevolmente di situazioni del genere. Quindi sbagliano gli interisti a gridare allo scandalo e Moratti a parlare di “complotto”. Il “non parliamo di episodi” tanto sbandierato negli anni scorsi potrebbe tornare utile anche adesso, se si vuole essere credibili sempre.
Una mese e mezzo fa circa ho sentito un giornalista sportivo abbastanza importante (importantissimo se l’importanza si misura dal numero di presenze in tv e dal nome delle testate che ha diretto) sostenere in un programma  radiofonico non proprio trascurabile, che sul processo di Napoli erano in arrivo novità “sensazionali” che avrebbero pesantemente danneggiato l’Inter (“come nessuno può immaginarsi”) e agito nel senso di una rivalutazione  piena di Moggi e della sua compagnia di giro. A domanda di meglio precisare, si era trincerato dietro: “non posso anticipare le istanze processuali perché commetterei un reato”. Poteva però lanciare un messaggio cifrato in stile paramafioso senza contraddittorio.
Dopo la diffusione della intercettazione telefonica tra Bergamo e Rodomonti (zero il suo valore processuale  in chiave anti Inter) è ripartito il tam tam tanto caro alle vedove di Moggi e Giraudo (non solo tifosi, ma molti giornalisti importanti e molti soggetti ancora presenti nei vertici istituzionali del calcio) per dimostrare con sfumature diverse che tutto sommato quelle cose le facevano tutti, che la Juve è stata distrutta ingiustamente, che è stata l’unica a pagare un prezzo troppo alto, che allora anche altri dovrebbero pagare, che lo scudetto del 2006 è lo scudetto dei prescritti, che la Juve andrebbe risarcita dagli ingenti danni patiti, che si rivarrà in ogni ambito di legge nazionale ed internazionale consentiti, che forse le pene già comminate al processo Calciopoli Uno forse sono state ingiuste ed eccessive e certamente andrebbero riviste alla luce del coinvolgimento “sempre più pesante” dell’Inter in calciopoli stessa. “Sempre più pesante” è stato un altro importante giornalista sportivo moggiano militante  a librarla per l’aere come se dicesse che in Italia non ci sono più le mezze stagioni  (chi non sarebbe d’accordo?).
La facciamo breve perché breve deve restare: è partita una operazione di restaurazione che è solo alle prime battute e che si concluderà con tutti erano colpevoli ergo nessuno è colpevole. E con un ristabilimento di misure nella gerarchia del calcio italiano  molto vicine a quelle precedenti a Calciopoli. In più tale restaurazione passerà anche per una riabilitazione “de facto” di Moggi & co. che  intanto rientreranno da qualche finestra laterale nel calcio che conta, per poi arrivare, finalmente, al rientro in grande stile da un portone con sopra annesso stemma araldico. Chi vivrà vedrà e non sarà un bel vedere.

Libeccio
(3 ottobre 2011)

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