Le scommesse di DAZN

25 Agosto 2018 di Indiscreto

L’entrata di DAZN nel nostro mercato televisivo sta un po’ cambiando l’atteggiamento degli appassionati di calcio in Italia: da una parte i tossici già dotati di abbonamento DAZN, con sincronizzazione di tutti i dispositivi, dall’altra i nostalgici del piccolo mondo antico che ipotizzano (e Gramellini lo ha anche scritto) di tornare alla radio. Noi facciamo parte del primo partito, pur rendendoci conto del fatto che la Lega Calcio abbia salvato i suoi introiti nazionali sulla pelle dei telespettatori. Ma il nostro folle palinsesto fra Eibar, Tolosa e Spal non ci ha impedito di apprezzare un articolo del Fatto Quotidiano in cui Carlo Tecce e Lorenzo Vendemiale raccontano chi e cosa stia dietro a DAZN.

Che come tutti sanno è di proprietà del gruppo Perform, base in Inghilterra ma proprietà russa: Leonard Blavatnik (di nascita ucraina, ma ora cittadino statunitense e residente in Inghilterra) non è esattamente l’oligarca tipo (trasferitosi negli Stati Uniti da giovane, era già ricco molto prima delle privatizzazioni di Eltsin) ma non è in ogni caso lontano da quel mondo. La cosa che non sapevamo è che gran parte degli incassi di Perform, a livello internazionale, non derivi dagli abbonati alle partite ma da servizi informativi a varie aziende e in particolare ai bookmaker. Nell’articolo c’è scritto che queste informazioni servono ad aggiustare le quote in tempo reale, anche se dobbiamo dire che in gran parte le quote, più o meno live, vengono definite da algoritmi in funzione delle diverse situazioni di punteggio e soprattutto della distribuzione delle giocate.

Di sicuro al momento non sono gli abbonati alle partite il business principale, e a maggior ragione in un paese come il nostro, dove le connessioni veloci non sono la maggioranza, il punto di pareggio sembra lontanissimo. Dove vuole arrivare allora Blavatnik, certo uno che non butta via i propri soldi (è proprietario della Warner e azionista di Spotify, ma la sua fortuna nasce dal petrolchimico) e che proprio per questo è il più ricco fra i residenti nel Regno Unito? Non lo sappiamo, ma certo è che i 193 milioni all’anno di Perform hanno salvato i club di serie A e la stessa Sky, che non avrebbe potuto in ogni caso comprare tutto. I favori possono sempre essere restituiti su altri tavoli. Poi a noi popolo bue importa soltanto che Napoli-Milan si veda bene.

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