Le radici di Recalcati

19 Marzo 2011 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni
Litigate, litigate. Qualcosa resterà. Magari le macerie. Allora noi cambiamo strada e mentre ci si strappa i pochi capelli rimasti sul rinnovamento dei campionati di basket, di queste squadre che, come dice Gene Gnocchi parlando di calcio, se devono festeggiare i 150 anni d’Italia possono cavarsela facendo fare un brindisi in ascensore ai pochi che ci sono, ci sono per giocare davvero s’intende, si guardano, ma non si amano fino in fondo.

Noi deviamo sul millesimato di viale Sarpi, Milano, zona cino sensibile, per cercare le radici del Recalcati Carlo diventato giocatore sfuggendo al destino, magari non proprio crudele, di una vita da rappresentante; diventato campione, sfuggendo al destino, magari benigno, che doveva fare di lui un giocatore per Milano invece che per Cantù e per la Nazionale; diventato allenatore, per una botta giusta del destino di molti giocatori che lo hanno avuto come maestro, e ora è a 40 minuti dal brindisi per la 750^ partita vista in serie A dalla tolda di comando. Non ci sentiamo vecchi perché, in pratica, c’eravamo anche noi, ma forse il millesimato ci vuole perché insieme a Micione Charlie andiamo ben oltre le mille partite sofferte anche se, magari, da isole, Stati, caserme, conventi differenti. Gli capitano Bologna e la Virtus che non potrà mai perdonargli di aver dato il primo scudetto alla Fortitudo prima che venisse travolta dal sacro fuoco dell’autodistruzione. Figurarsi se il Sabatini presidente non prendeva la palla al balzo: Ci saranno 8000 mila persone da battere insieme alla Virtus. Lo pensiamo anche noi e si decide se essere brutti, sporchi e cattivi, perché la Canadian deve vivere così da quando si sente tecnicamente incompleta per infortuni, per borsa stretta, o se, invece, vale di più che essere cantautori alla Van de Sfroos come sembra essere questa Cimberio dove la buona notizia viene dal metà settimana a pugni alzati dove Slay dovrebbe essersi caricato per una partita di sangue e arena dopo la lite con il Sosa biellese. Non esiste andare da favoriti in casa Virtus. Proprio questo è l’inganno e il cavallo nella città lo porta Charlie.

Oscar Eleni

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