L’anno dell’Istrice

3 Luglio 2008 di Stefano Olivari

Oscar Eleni dal Lungo Lario Trento di Como per scoprire l’architetto ungherese dell’utopia che tiene lezioni ai nuovi dirigenti dello sport, anche quelli del basket, tanto per aiutarci a passare l’estate. Quando tutto cambia ti viene la Tarantula e mentre Jo Squillo presenta TV Moda dedicato a Giorgio Armani dobbiamo leggere bene nella ristrutturazione della sua squadra di pallacanestro che comincia con la rivoluzione del centrocampo dove entrano giovani davvero interessanti, dove, nel ricordo del passato, da non scordare, ecco il ritorno a casa di Marco Mordente addirittura come capitano, era già in società ma venne cacciato per un dollaro in meno, mentre Danilo Gallinari lancia una pallina da baseball sul campo dei Mets e si prende applausi dopo i buu della notte in cui lo ha scelto New York. Lui è uno solido dentro, speriamo che lo siano anche quelli che lo hanno scelto.
Milano si agita e lo fa dando un senso a tante cose mentre Siena scopre che Ferdinando Minucci è davvero l’uomo dell’anno: terzo scudetto, due titoli giovanili su tre mancando per un niente il pieno perché con gli under 17 è arrivato secondo. Ma non basta. Dirigente dell’anno in Italia ed era logico, ma anche in Europa e questo è un riconoscimento che dovrebbe renderci tutti molto orgogliosi perché fa sapere che se lavori bene se ne accorgono pure fuori dai confini gli stessi “barbari” che mandano messaggi controversi sulla caccia ai migliori giocatori della Mens Sana, stupiti che parlino di invasione quelli che pure hanno preso il meglio in Italia, cominciando dagli americani di Cantù, dai giovani del vivaio. Insomma non ti proclamano vincitore neppure se fai cose straordinarie e il Montepaschi è una società straordinaria. Certo poteva bastare per l’anno bisestile 2008 dedicato ai colori bianoverdi, da Boston ad Avellino, fermandosi in Camollia a guardare lo zoccolo lacerato di Gi Del Menhir vincitore del palio di luglio per la gloria contradaiola dell’Istrice. Sapete di che contrada è il Minucci? Istrice, naturalmente. Gloria a lui anche se nell’enciclopedia del Palio di Alarico Rossi il grande capitano della squadra campione d’Italia verrà considerato fra i quattrogiornisti e non fra i contradaioli attivi come ammette lo stesso Ferdinando arrivato dalla bella collina. L’anno scorso, in agosto, vivemmo una notte speciale proprio nella cena della vigilia con i contradaioli dell’Istrice, c’era una tensione speciale, c’erano lacrime vere, c’era partecipazione per almeno duemila persone e per chi arrostiva le braciole. Non andò bene. Colpa del fantino più che del cavallo, ma in quella notte sotto la Torre del Mangia scoprimmo che al Minucci rodeva la sconfitta, anche se non aveva lavorato davvero per il successo, però, siamo sicuri che come ha fatto nel basket, anche in quella serata gli è venuto in mente che se fossero andati a risvegliare Trecciolino, il Luigi Bruschelli nato a Siena nel 1968, nuovo fantino re della Piazza, undicesima vittoria, forse qualcosa sarebbe cambiato. Così è stato. Lui negherà. No, preferisce che la Mens Sana sia la contrada di tutti. Però è accaduto e diteci se non si merita una fotografia avvolto nel palio per la Madonna di Provenzano, anche se, conoscendo i senesi, eviteranno gli accostamenti, così come fecero due anni fa quando a vincere fu la Selva di Rosanna, la moglie di Ferdinando, la stessa contrada del professor Cardatoli che al basket senese ha dato fondamentali che valgono per sempre come vi direbbe il Giustarini del Nicchio furente con i nemici di Valmontone che sono caduti insieme al suo fantino mentre l’Istrice conquistava il cencio di luglio.
Digressione sui vincenti mentre si avvicina il raduno azzurro, lo sciopero che sicuramente verrà sospeso se tutti avranno lo stesso coraggio di un Dino Meneghin nell’affermare che la protesta dei giocatori non va fatta contro la Nazionale, ma nel posto di lavoro dove mensilmente si prendono i compensi. Parlare chiaro, lo ha fatto il più grande. Gli altri? Tutti sugli specchi, da Maifredi a Recalcati, allo stesso Petrucci, presidente del Coni che aveva avallato la scelta legaiola, che adesso sembra cambiare di nuovo parere perché sembra più conveniente nei giorni in cui il calcio gli nega i rinforzi per la squadra di calcio che andrà alle Olimpiadi, non soltanto quello dei fuori quota, ma anche dei titolari che si sono guadagnati il diritto, cominciando dal Montolivo della Fiorentina che vorrebbe essere a casa per i preliminari della Champions League. Aspettiamo anche di capire cosa farà la Lega per la sua presidenza, considerando che ci dovrebbe essere la riconferma per Corrado che si porterà il fido Gionfrè nell’organizzazione, considerando che adesso non esiste più una barriera per difendere il numero di americani, come avveniva quando era il presidente di Cantù, valutando un po’ tutto, senza più l’angoscia di accontentare il Veltroni che sicuramente ha dei problemi più grossi del basket, passione limpida e separata da tutto, anche se ci sarebbe ancora da trovare un ruolo per Uva che ha lasciato la Lottomatica, una finalista scudetto che riparte da capo, dopo aver perduto Lorbek, dopo aver fatto sapere che il ragazzo sloveno sarebbe rimasto soltanto se avessero preso anche suo fratello, uno tosto, uno che in Nazionale giocava più di lui, uno che, però, è andato al CSKA da solo, senza il “ricatto” denunciato da Roma. Ripartire da Giachetti e Tonolli non è il massimo, ma adesso vedremo come metteranno insieme la nuova squadra mentre Siena ha perduto Thornthon ingaggiato da Ataman per l’Efes di Istanbul, mentre i campioni difendono la loro fortezza, come logico.
Quando tutto cambia ti aspetti qualcosa che sia speciale, ma non succede e allora lasciamo perdere l’offerta sacrilega di Sabatini a Basile per averlo nella Virtus, con risposta decisa del giocatore a cui serve un contratto nuovo, ma non certo un tradimento doloroso.
Pagelle nell’umidità:
10 A Dino MENEGHIN per aver detto finalmente la verità su questa guerra giocatori-federazione, perché lo sciopero si fa contro il datore di lavoro non in maglia azzurra. Ora vorremmo anche sapere dall’Armani se Dino sarà soltanto un ministro degli esteri o se per lui ci sarà pure un ruolo importante nella ristrutturazione del settore giovanile.
9 A Manu GINOBILI che sarà il portabandiera dell’Argentina alle prossime Olimpiadi, alla faccia di San Antonio e dell’allenatore che ama i vini nobili, alla faccia di quelli che non sanno davvero valutare la gente per quello che è realmente nella vita e sul campo.
8 A Santi PUGLISI che torna nel grande giro come manager di Brindisi. Riparte dalla A2 uno che doveva stare in A1, uno che ha sempre lavorato con impegno, uno che al basket ha dato molto più di quello che ha ricevuto. Forza Santi, forza Perdichizzi.
7 A Lorenzo BERNARDI giocatore del secolo nella pallavolo che ci ha regalato suo figlio Riccardo, azzurrino nel gruppo under 16, un talento, uno che se anche facesse nel basket metà di quello che fatto il padre nel volley, ci darebbe felicità.
6 Al MASCELLANI presidente di Ferrara neopromossa in A1 che davanti ai tentennamenti del sindaco per la costruzione di un nuovo palazzo, necessario per stare nella massima serie, non si è nascosto dietro il politichese ed è andato all’assalto. Speriamo che la Lega si faccia sentire e dimostri di essere solidale con uno che ha fatto davvero grandi cose con il meraviglioso Crovetti.
5 Al prode MANCINELLI che sogna di avere Basile nella sua Fortitudo. Diciamo che il sogno è bello, ma dire che la prossima sarà la sua Effe ci sembra esagerato e poco stimolante per chi deve rientrare a giocare in Italia.
4 Alla GLOBAL che nel suo approfondito studio sul basket, il tipo di spettatore per questo sport, ci dice cose inquietanti, belle, vere, ma dolorose per tanti aspetti di una ricerca che dovrebbe risvegliare coscienze, spingere la gente a lavorare insieme e non a separarsi come succede anche adesso.
3 Alla Liga spagnola ACB per averci fatto sapere che anche nel suo mondo dorato ci sono società i

n crisi grave. Certo loro non si fermeranno ad aspettare chi non ha mezzi ed idee ed è questo che la Lega italiana non ha mai saputo fare.
2 A Vittorio GALLINARI che sembra non preoccuparsi per le reazioni del pubblico di New York quando ha saputo che la prima scelta al numero sei sarebbe stata Danilo. Loro dicono che è stimolante, ma noi, ricordando il povero Fernando Martin, tremiamo.
1 A Simona BALLARDINI, azzurra del basket, argento vivo sul campo, una tosta, una vera perché mette in allarme tanti colleghi dal futuro incerto quando dice che alla fine della carriera vorrebbe fare il falegname dopo aver scartato quella di allenatrice per l’esperienza fatta durante la lunga convalescenza.
0 Alla coppia TRICERRI e vicepresidente T., alla LEGA, a PETRUCCI per essersi accorti un po’ troppo tardi, con perdita di faccia relativa, che dovevano mettersi ad un tavolo per discutere sulle nuove regole ascoltato anche i giocatori, per non aver preteso subito che la riunione fosse pubblica e con cifre alla mano.

Oscar Eleni
Fonte: www.settimanasportiva.it

Share this article