La tristezza di Icardi

Riflessioni calcistiche, del tutto prive di notizie (quelle costano fatica e denaro), sulla flessibilità di Conte, sulla costruzione di Ederson, sulle dimissioni di Scaroni e sulle magliette di Mourinho...

5 Maggio 2021 di Stefano Olivari

Mentre gli amanti dei veri valori dello sport gioiscono per la bella favola del Manchester City, una finale di Champions League pagata nel corso degli anni 2 miliardi di euro, noi che scriviamo di calcio italiano abbiamo in City-PSG osservato con attenzione le prove di Florenzi, Verratti e soprattutto Mauro Icardi, la vera mina vagante del prossimo mercato ma nel PSG totalmente fuori contesto. Le statistiche le ha buone ma gli occhi dicono di un giocatore involuto, che ha estremizzato le sue caratteristiche senza oltretutto essere decisivo nella partite che contano. Forse non tutti sanno che Antonio Conte nell’estate 2019 si era detto (in privato) disposto a dare una chance all’argentino, a Perisic e a Nainggolan, prima di essere convinto da Marotta a non cercarsi grane. Con il (nostro) senno di poi ha avuto ragione Marotta, al 100%, e un anno dopo Perisic ha fatto con Conte molto bene e l’avrebbe fatto anche Nainggolan se non fosse stato al capolinea. Tutto questo per dire che in attesa della The Decision di Conte, che al momento è solo nel suo cervello, il grosso nome sacrificabile dall’Inter campione d’Italia è Lautaro Martinez.

A proposito di City-PSG, il lancio di 70 metri di Ederson è stato visto da molti estremisti guardioliani (così estremi da credere nel 2021 che il suo calcio sia quello di Xavi e Iniesta) come la vittoria della costruzione dal basso. Perché, spiegano, la capacità di costruire dal basso fa sì che gli avversari pressino ancora più alti, aprendo quindi spazio per i lanci lunghi. Un po’ come quando uno recita la parte dell’amico gay per avere libero accesso al gineceo. Sarà…

Scaroni si è dimesso da consigliere della Lega ed è probabile che Marotta faccia lo stesso rispetto al consiglio FIGC, ma a parte queste operazioni di pura facciata è difficile che la vicenda Super League abbia altri strascichi italiani. Anche perché l’idea è tutt’altro che morta e nessuno ha mai voluto privare il popolo di Juventus-Sassuolo. Squalifiche, multe, punizioni corporali? Difficile andare contro l’80% del tifo e vale anche in altri ambiti: la giustizia non può strutturalmente esistere.

Si sprecano le analogie fra Mourinho ed Helenio Herrera, alcune anche molto fondate: l’arrivo alla Roma a a 58 anni da icona interista, anche se lo Special One ci ha messo in mezzo 11 stagioni, la capacità di comunicare, il lavoro sulla psicologia dei giocatori, eccetera. Con Fonseca nei panni scomodi che nel 1968 furono indossati da Oronzo Pugliese, che aveva appena rinnovato il contratto. Rimanendo nel presente, in due giorni di Borsa con Mourinho allenatore la Roma vale 50 milioni di più. Com’era quella del vecchio campione che si ripagava con le magliette?

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