Basket

La resistenza del Partizan

Stefano Olivari 12/03/2010

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Mentre Galliani viene preso in giro addirittura da Arrigo Sacchi, che sulla Gazzetta arriva ad esaltare il modello Real Madrid (rendendo edificabili terreni che prima non lo erano, la Salernitana potrebbe comprare Messi), anche l’Eurolega di basket si premura di dimostrare che la potenza finanziaria è molto ma non è tutto.
Qui è improprio parlare di fatturato, visto che i megabudget da oltre 30 milioni di euro annui derivano in gran parte dal ricco della situazione (Pana e Olympiacos) o dalle briciole del calcio (Real e Barcellona), nonostante soprattutto nel caso spagnolo gli incassi siano una voce significativa del bilancio. Certo è che delle otto promosse ai quarti di finale solo il Partizan Belgrado può essere considerato ‘povero’. I polacchi hanno alle spalle il colosso Prokom, i baschi finito lo storico rapporto con il Tau Ceramica (quasi un quarto di secolo di sponsorizzazione) hanno sulla maglia la Caja Laboral e una serie di contributi pubblici da fare spavento alle nostre regioni a statuto speciale, il CSKA Mosca non è quello degli anni scorsi ma sommando gli ingaggi dei giocatori si supera il budget di Siena (il solo Khryapa guadagna 3 milioni di euro l’anno). Il club presieduto da Sasha Danilovic trae invece la sua forza dalla Pionir Hall (in serbo Hala Pionir), anche se il record europeo da oltre 22mila presenti lo ha realizzato in un altro palazzo, e dalla capacità di creare ogni stagione nuovi campioni. Senza tirare fuori il solito pezzo-nostalgia, basti pensare a quanti giocatori lanciati dal Partizan siano attualmente protagonisti in ogni campionato europeo, da Nikola Pekovic (Panathinaikos, anno no ma forza e prospettive sempre spaventose) in giù. Il prossimo sulla rampa di lancio, dopo Velickovic finito l’estate scorsa da Messina, sarà il nemmeno ventenne ceco Jan Vesely, che per movenze e struttura fisica ricorda tantissimo il giovane Gregor Fucka. Tutto questo era per dire che senza soldi ma con la competenza si possono anche costruire imprese eroiche e che al contrario, con i soldi, ci si può solo iscrivere al club di quelli che POSSONO vincere.

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