Calcio

La nuova impresa di Fiume

Stefano Olivari 02/12/2008

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I dementi che rovesciano cassonetti e fanno sit-in sotto gli uffici delle imposte per difendere i farabutti che li strumentalizzano…strofa che aggiungeremmo alla banale ma adattissima alla corsa In Italia (Fabri Fibra: non è nato a Detroit ma si può ascoltare). Nel nostro calcio sono state ripescate ad alto livello squadre scomparse per motivi sportivi o più spesso fallite per la disonestà o l’incompetenza di chi le dirigeva: in nessuna di queste tipologie rientra però la storia della Fiumana, sarà per questo (ma anche per altro, come qualsiasi cosa sfiori le vicende istriane) che finora non è esplosa dal punto di vista mediatico anche se molte testate le hanno dato spazio. L’anziano di Indiscreto Martino Vozicich ci ha raccontato del gruppo di volenterosi guidato da Sergio Vatta, l´ex mago delle giovanili del Toro, che ha richiesto ufficialmente al presidente della FIGC Abete e al presidente di Lega Macalli, di ammettere l´Unione Sportiva Fiumana al prossimo campionato di Prima Divisione (la ex serie C1). L’idea di Vatta e dei romantici è quella di far ripartire il tempo da dove si era fermato, ossia dalla serie C che la Fiumana fu costretta ad abbandonare quando Fiume fu assegnata alla Jugoslavia con il trattato di pace del 1947. Scrive Vozicich, e noi copiamo: ”La sede della squadra sarebbe a Torino dove esiste una fortissima comunità di esuli istriani, fiumani e dalmati e la squadra giocherebbe al Parco Ruffini. Vi segnalo anche il seguitissimo blog http://fiumana.myblog.it/ che raccoglie gli interventi dei promotori e dei simpatizzanti e gli articoli che la stampa ha già dedicato alla questione e il gruppo che è già nato su Facebook. Ora io non so se Abete e Macalli potranno accontentare questo gruppo di romantici ma personalmente, e a nome della Mailing List Histria (http://www.mlhistria.it/), vorremmo che questo sogno si potesse avverare e per questo chiediamo il vostro aiuto”. I dati del problema sono semplici: una squadra italiana viene esclusa dalla serie C non per demeriti sportivi ma per demeriti storici (peraltro dell’Italia come stato, nemmeno suoi) e persone che dall’antefatto della vicenda hanno avuto danni ben più gravi di quelli calcistici avrebbero piacere di rivederla, se i calciatori smetteranno di firmare liberatorie false (la linea dell’AIC sembra essere più dura che in passato) nel 2009 assisteremo a fallimenti a catena, questa idea non fa male a nessuno e riporta il calcio alla sua vera essenza di rappresentante di una comunità. A chi fa paura la Fiumana?

Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it

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