La miniera dei pareggi

27 Luglio 2010 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Fra i pareggi si trova la più alta percentuale di quote di valore nel calcio, nel senso di quote sbagliate a favore dello scommettitore. La ragione è semplice: per il meccanismo dell’allibraggio i bookmaker sono costretti a tenere più basse del dovuto le offerte sulla vittoria della favorita, specialmente quando la favorita è molto popolare (il classico Napoli sottoquotato è un buon esempio, ma per tutte le grandi tradizionali si segue la stessa logica), alzando nel contempo quelle degli altri due risultati.
Un sano realismo, perché la partita taroccata è sempre in agguato, unito a considerazioni di psicologia elementare (raramente si ha un’opinione forte su un pareggio), di solito consiglia di non esagerare nel pagamento di un risultato meno probabile che spesso è sovragiocato. Quindi è di solito il pari il risultato più vantaggioso per chi gioca in base alla statistica. Un tipo di scommettitore che a volte cerca il colpo attraverso sistemi simili ai ‘ridotti’ dell’ormai defunto Totocalcio, eliminando certe combinazioni dopo avere assegnato ad ognuna delle ‘X’ un grado di probabilità. Andando sul concreto, questo segno nella serie A italiana è tutt’altro che scomparso: nella stagione appena conclusa ha riguardato oltre il 23% delle partite, ma due anni fa ha sfiorato il 30. La conclusione è sempre la solita: quando c’è una quota sbagliata ‘contro’ lo scommettitore a fianco ce n’è quasi automaticamente una ‘pro’. E nel caso in questione spesso è pagata oltre il 4,00, visto che la massa ha convinzioni più nette rispetto agli individui.
(pubblicato sul Giornale di oggi)

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