La droga di Mike D’Antoni

20 Novembre 2012 di Oscar Eleni

Pagelle a basso costo.

10 Al D’ANTONI che non si è dimenticato di rendere omaggio alla sua scuola di vita italiana fra Milano e Treviso che potrebbe sempre servirgli entrando nella casa dei Lakers dove, povero lui, sentirà le voci del mondo giallo e di quello viola che pregano per il guru Jackson. C’erano notti al Torchietto, negli anni in cui l’Olimpia  ricresceva, ma ancora non vinceva pur avendo fatto il miracolo della banda Bassotti, dove Arsenio sentiva l’ostilità come droga per andare più avanti, per fare sempre meglio. Ricordi anche quello. Certo a Milano non era mai stato solo e i parenti erano lontani.

9 A BUCCHI e MENETTI che guidano due neopromosse nel mar dei Satanassi senza perdere di vista chi sono,  quanti cannoni hanno a disposizione, cosa vgliono diventare mentre altri si passano la cipria sul naso. Per Brindisi e Reggio Emilia l’anno giusto pensando che  nel domani le società diventeranno più belle e più forti e in campi più confortevoli.

8 Al SACRIPANTI che non piange miseria pur vivendoci, che non  prende tante scuse per la Caserta al limite, ma cerca sempre di lavorare, fare qualcosa di positivo, per adesso è il più salvo fra i meno salvi.  Non perdiamo uno che allena  davvero con  sentimento, dal bimbo all’adulto fumacchione.

7 A SPORTWEEK perché quasi ogni settimana ci fa rivedere la lettera di protesta sullo sport glamour, le tette al vento della Gazza orgasmica, proponendo storie sportive americane da premio e quella del soldato Bernard James che adesso gioca a Dallas merita davvero una riflessione di gruppo in tutti gli spogliatoi. Voi dite che la storia era già venuta fuori ascoltando le omelie SKY. Meglio. Noi che scappiamo da quelle  cappelle piene d’incenso, ci godiamo la lettura e ringraziamo il direttore Dore.

6 Al SACCHETTI che è uscito da Varese sudato, infelice, ma con la schiena dritta, la rabbia di chi ha perso, senza neppure  indugiare un attimo nella protesta davanti ai tre arbitri che lo hanno torturato, ma che lui ha cordialmente salutato. Sull’entrata di Green i viperini del calcio, che amano l’autogol mettendo in dubbio tutto, passerebbero una settimana a valutare la vita di Chiari, Lo Guzzo e del giovane figlio d’arte Martolini. Lui  ha raggiunto lo spogliatoio e si è ricordato dei tempi in cui a Torino capitava la stessa cosa, dei giorni con Guerrieri, Gamba, con il Sales che lo chiamava Nureyev e gli arbitri  erano cattivi uguale.

5 Al VITALI che pensa di essersi purificato giocando una partita decente contro Milano. Se si ripeterà per dieci volte di fila giuriamo di togliergli la cappa dello spadaccino con lama al caramello.

4 Al MAZZON che soffre con Venezia incapace di vincere al Taliercio. Provi a ricordare come è arrivato sulla panchina di Verona, quali erano i principi base. Non dipenda dall’utero di giocatori che meriterebbero di stare ai piombi tutta la settimana, ammesso che lui sia ancora capace di farsi ascoltare dalla fanteria.

3 Al COMUNE di Milano che  ha  escluso dagli Ambrogini d’oro il Sandro Gamba di via Washington, uno che alla sua strada e alla città ha dato gloria, medaglie. Ma così vanno le cose. Propongono degli infami, dei bugiardi. Figurarsi se hanno tempo per questi Spartacus dell’era moderna.

2 Al SABATINI che si prende colpe non sue e giustifica certe minardate. No. Non è più tempo per dare ragione all’agente che non sa essere messaggero. Che si prendano le loro responsabilità  insieme all’assegno.

1 Al MONDO BASKET che porta  giustamente il trofeo delle Regioni a Genova, la Sperimentale Italia a Biella, ma dimentica che stiamo perdendo, poco a poco, la Bologna città dei canestri che manca proprio a tutti. Leggere certe cose fa stare male e sembra impossibile che non torni una fiamma in città per dare alla Virtus uno sponsor che consenta di avere giocatori degni degli 8.000 del palazzo e alla Fortitudo un futuro certo nella massima serie, senza viaggi  per elemosinare rupie e resistere all’opposizione perché chi ha perdonato i dopo Seragnoli non può essere così inflessibile con quelli che, almeno, qualcosa di decente hanno fatto.

0 Alla MANO MALEDETTA che ci ha messo nel girone di ferro per l’Europeo, che ci ha messo di nuovo contro Tanjevic e  la Turchia, e sarà forse con lui che ci giocheremo l’inferno, che ci ha portato davanti al muro dei russi e alla disperazione dei greci che sul campo di basket non sono ancora al punto delle povere pensionate suicide del libro geniale di Markaris sull’Esattore delle tombe.

Oscar Eleni, martedì 20 novembre 2012

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