La cucina di Laurel D’Antoni

22 Febbraio 2008 di Stefano Olivari

Oscar Eleni dalla lavanderia di casa D’Antoni, in Arizona, cercando petrolio con la ferocia di Daniel Day Lewis, piazzando microspie per capire come farà Laurel, la moglie di Mike, a preparare un pasto decente per Shaquille nuovo figlio dei soli, mettendo nelle ricette tutto quello che serve per dare il sorriso al divin bambino, ricordando quello che ha imparato nella scuola di cucina trevigiana perché adesso le cavie non sono più brontoloni italiani come noi, comunque conquistati dalle magie della siora D’Antoni, ma questo gigantone, che può cambiare la storia di una franchigia che lo ha usato per disturbare il suo simpatico allenatore del gioco solare, che l’ha utilizzato come cavallo di Troia, e che cavallo, speriamo di non dover dire che troia, merita comunque attenzione adesso che sorride anche quando il suo nemico Bryant gioca la partita della vendetta e va oltre i 40 punti.
Periodo per gente nuova, qualcuno serve, altri sono nascosti ancora nel piano di ristrutturazione che, ci auguriamo, dovrà durare meno di quello che ha reso infernale la vita dei poveracci costretti a sopportare i lavori in corso nella casa di sopra. Tortura vera, calcinacci che cadono. Vediamo cosa farà Roma che ha fatto centro con Ibrahim Jaaber, ma non sa ancora come interpretare la serenità del Crosariol che a Treviso trovavano antipatico, che a Bologna hanno sopportato perché lo chiedeva Markovski, scoprendo che nelle finali scudetto ci stava bene ed era pronto a fare progressi, cosa che ha ingannato Recalcati, o, almeno, che ha confuso il cittì azzurro, cosa che ha illuso il povero Pillastrini arrivato in collisione con uno ancora convinto che non saltando il foglio di giornale ci sia comunque posto nella NBA perché piacciono i duri che si sgretolano.
Sulle novità di Siena, cioè il Diener della discordia fra la Milano parolaia e la Bologna futuarrazzata, niente da dire perché il giocatore è arrivato nel momento più delicato per i campioni. Pianigiani doveva sistemare prima qualche cosa dentro la squadra e dentro se stesso se ancora reagisce all’ironia dicendo che ha sopportato già abbastanza e adesso merita di essere considerato uno dei re in piazza. Illusione, ma comunque la cura del veleno gli ha fatto bene, il Montepaschi è tornato a correre, a pensare, ma, soprattutto, a difendere cercando di capire bene fino a dove Ilievski può sbagliare, dove Mc Intyre può illudersi di essere unica luce.
Sulle cose nuove di Treviso poco da dire, il vignaiolo Atripaldi ha pensato a sfoltire, ha visto cose che dovrebbero servire per il futuro, ammesso che lui rimanga nella casa verde dove si annunciano purghe in attesa di riavere nel pensatoio la calma necessaria per una strategia che vada bene con ogni colore. Pensiero ermetico? Probabile, ma se Treviso è famosa per i tre visi, perché dovremmo essere più chiari noi da questa cucina di casa D’Antoni che, magari, l’anno prossimo sarà a New York?
Dall’Arizona è facile telefonare, conoscendo certi prefissi, per sapere se hanno un corpo e una vera faccia i famosi compratori che Corbelli vorrebbe regalare a Milano per dimostrare tutto il suo amore verso la società che lui pensa di aver salvato contro il parere di chi è convinto che forse è stato il contrario, in un processo di eutanasia che, purtroppo, ha rovinato ancora una volta l’Olimpia che ora dovrà anche assistere alla questua di Lapo Elkann per la squadra di pallavolo che, ma guarda un po’ si dicono in tutta la Lombardia che cerca proprietari, non trova sponsor veri. La Milano del basket ne ha uno straordinario, ma il Corbelli dice che non basta per coprire le sue spese di gestione. Chiamatelo pure amore, per noi non lo è e non lo è mai stato su quei tappeti dove soltanto Galliani riconosceva il profumo dell’Olimpia che aveva amato quando era qualcosa di più della società che poi ha affidato a certi gatti a certe volpi. Pagelle prima che l’arrosto sia pronto:
10 A Bootsy THORNTON perché eravamo convinti che gli avessero masticato l’anima nei viaggi fuori dalla piazza con la verbena, invece era soltanto in una pausa di riflessione, nel profumo della ribollita che ora digerisce bene e lo si vede in campo per la gioia di Siena.
9 A Ibrahim JAABER se ha capito subito che a Roma potrà essere importante per la difesa più che per l’attacco, se ha compreso che per tenere tranquillo Hawkins bisogna dargli i minuti finali, pazienza se poi si beve le partite come in Spagna o se si mangia i vantaggi come con Malaga. Lex, dura lex, ma fino a quando?
8 Al parrucchiere di Sergio SCARIOLO che non riesce a togliere dall’avvocato bresciano l’idea che funzionava tantissimi anni fa, quando ancora non era don Sergio, quando ancora non aveva incontrato la strega che deve avergli avvelenato il pozzo di Malaga se ogni stagione si trova con più infortunati che sani. Dovrebbe fare una seduta spiritica con Jasko Repesa che, comunque, dovrebbe già conoscere il nome della fattucchiera.
7 A Manu GINOBILI che incanta San Antonio, tornato nella NBA dopo infortunio con una fame che sembra la stessa del primo anno, la medesima della battaglia per l’oro olimpico, la catena che nel mondiale americano gli rubò l’oro meritato per darlo al Bodiroga che adesso benedice la Lottomatica dalla sedia elettrica romana.
6 Al vulcanico ERCOLINO avellinese che sta cercando fondi per dare un palazzo europeo alla sua creatura aerea, che finge di non sapere che presto si troverà solo dopo la festa per gabbare i soliti santi che in questo caso sono i due allenatori che il mondo esterno cerca di mettere contro perché altrimenti con questi verdi d’Irpinia avranno a che fare fino a maggio.
5 All’arbitro SAHIN in nome di una categoria che lo considera troppo giovane per aver certi premi, tipo Olimpiade, ma anche troppo bravo per fargli sapere che certi atteggiamenti da arbitro bullo non funzionano e se è arrabbiato con qualcuno non lo faccia pagare ai giocatori.
4 Agli arbitri FACCHINI e REMS se non protesteranno con la televisone lecca lecca che mette in guardia i naviganti sul campo spiegando che se protesteranno pagheranno caro, anche se non hanno commesso il fallo, se non erano sul fatto. Calunnia grave per due che si ritengono giudici onesti e non angeli vendicatori.
3 Alla LOTTOMATICA, intesa come società, perché deve spiegare ai suoi giocatori, forse agli stessi allenatori, perché deve tornare in campo domenica a mezzogiorno a Rieti dopo essere andata letto, se ci è andata, conoscendo certi polli da balera, oltre le due di giovedì. Arrendersi alla superiore mente televisiva ha un senso se non manda tutto in vacca. Ma forse siamo al tempo in cui la gente rimpiange il Lauro Cioni e Tele Vacca.
2 A Pau GASOL che ha lasciato solo il suo compagnero Navarro a Memphis per godersi i triangoli dei Lakers, per godersi una nuova grande vita con Phil Jackson. Doveva avvisarlo, così la Bomba non sarebbe andata via da Barcellona e, magari, non avrebbe permesso ai blaugrana di fare quel pasticciaccio brutto che ha tritato il Dusko Ivanovic che Navarro l’ariete avrebbe congedato molto, ma molto prima che Savic barcollasse e ritrovasse sul ponte dove qualcuno vede arrivare Messina lasciando a Zoran un biglietto di auguri per una seconda avventura fortitudina.
1 Ad Alfredo CAZZOLA per aver suggerito, dal banco del Bologna calcio, ai ripetenti di SKY e a quelli della Lega che non si può programmare senza tenere conto di certe cose, in certe città. Doveva starsene zitto, quelli amano sbagliare e poi godersela, mentre chi prende due lire va in giro a dire che non ne può più di certe cose, anche se il lecca lecca ufficiale fa godere gli uomini dello scema maglietta che diventa corna.
0 Al CORBELLI da seconda fila perché nega a tutti i mortali di vedere oltre lo specchio dove si nascondono i mitici compratori americani che dovrebbero far saltare i tappi nella casa dei tifosi dell’Olimpia. Un giorno li presenti in società. Dovrebbero essere pesati e misurati prima di dargli anche soltanto le chiavi di una ricca sala trofei che nessuno spolvera più.

Osc
ar Eleni

Fonte: www.settimanasportiva.it

Share this article