Il Sanremo di Francesco Nuti

15 Giugno 2023 di Paolo Morati

Nel 1988 Francesco Nuti è all’apice del suo successo di attore e regista. Successo che durerà ancora per qualche stagione. Quell’anno esce Caruso Pascoski (di padre polacco), che riempie le sale cinematografiche tanto da entrare nella top 10 dei film più visti in Italia. Cosa accaduta anche per i film successivi fino allo sfortunato OcchioPinocchio del 1994. Una carriera iniziata con il gruppo dei Giancattivi per poi guadagnare l’attenzione di pubblico e critica come sceneggiatore e interprete e quindi anche come direttore dei suoi film.

Scomparso in questi giorni, lo ricordiamo restando nel 1988 quando Francesco Nuti partecipa al Festival di Sanremo presentandosi con il brano Sarà per te, scritto dal cugino architetto Riccardo Mariotti. Autore di cui non abbiamo grandi informazioni (nell’archivio della SIAE risultano solo 18 titoli a suo nome, tra cui appunto quello portata all’Ariston). Sarà per te, che l’anno dopo diventa un grande successo di Mina inserito nell’album Uiallalla (versione per noi inferiore all’originale), viene poi riportata a Sanremo da Marco Masini nel 2015. Anno in cui Francesco Nuti rilascia un’intervista ad Avvenire in cui racconta (al computer, avendo perso l’uso della parola) anche l’esperienza sanremese e la successiva  mancata partecipazione di Olga tu mi fai morir (questo il titolo) scritta insieme al fratello Giovanni.

Sarà per te si posiziona al dodicesimo posto, nell’edizione che vede il trionfo di Massimo Ranieri con Perdere l’amore davanti a Toto Cutugno (Emozioni) e Luca Barbarossa (L’amore rubato). Francesco Nuti la interpreta con grazia, colpito inizialmente dai crampi per l’emozione, e nel tempo la sua canzone si posiziona per restare nella memoria di tanti anche per il testo intenso (“Se adesso sto cercando di capirti fino in fondo, e non mi accorgo che rimango, troppo solo in mezzo al mondo”) e la capacità di trasmettere emozioni senza particolari effetti speciali. Proprio come i suoi film. Noi eravamo all’alba dei 17 anni e ancora oggi la ascoltiamo, così come (sappiamo) tanti altri. Indimenticabile.

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