Il girone di Conejo

5 Giugno 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

Il sito della Fifa ha nei giorni scorsi intervistato Luis Gabelo Conejo Jimenez, memorabile portiere del Costarica-miracolo di Bora Milutinovic a Italia Novanta. Una squadra che dopo aver superato il girone con Brasile, Svezia e Scozia, agli ottavi di finale fu fermata solo dalla Cecoslovacchia e dai colpi di testa di Tomas Skuhravy. Partita che fra l’altro Conejo non giocò a causa di un infortunio: con lui al posto di Barrantes forse sarebbe andata diversamente, vista la sua abilità ed il suo coraggio nelle uscite alte. Quell’ottavo, giocato al San Nicola di Bari, rimane nella memoria anche come summa dell’organizzazione montezemoliana: tutto esaurito da oltre 47mila biglietti venduti (agli sponsor, non alla gente) e poco più di diecimila presenti effettivi. Comunque le tre partite del girone (uno a zero alla Scozia, sconfitta uno a zero con il Brasile di Luis Muller, due a uno alla Svezia con gol nel finale di Medford) con i Ticos gli valsero l’elezione a miglior portiere della manifestazione da parte di molti giornali: in particolare al Delle Alpi contro la Selecao parò di tutto, in mezzo a traverse e salvataggi fortunosi. Dopo quel Mondiale il trentenne Conejo firmò per l’Albacete, all’epoca nella Segunda Division spagnola, per poi lavorare nella federazione del suo paese, come allenatore dei portieri e osservatore. Quel Costarica è rimasto nella storia non solo per le sue parate: infatti fu la prima squadra centro-americana (considerando nord dal Messico in su) a vincere una partita nella fase finale di un Mondiale.
stefano@indiscreto.it
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