Il giorno della civetta

8 Giugno 2010 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Prima del Roland Garros si poteva giocare Francesca Schiavone ‘coppa in mano’ a 200, ma dubitiamo che più dello 0,5% (100 diviso 200) del volume delle puntate sia finito sulla tennista milanese. Quindi ancora una volta i bookmaker sono rimasti vivi, grazie alle cosiddette quote civetta.
Che offrono tanta pubblicità gratuita ma anche possibilità reali di guadagno vicine allo zero. E’ il caso della stessa Schiavone vincitrice nel prossimo Wimbledon, data a 67: la popolarità extratennistica e le comparsate televisive di sicuro indurranno più dell’1,5% (100 diviso 67) degli scommettitori a puntare su di lei, regalando i propri soldi. E’ la stessa logica che ci porta a dire, guardando le quote per i vincenti del Mondiale, che sono interessanti la Serbia a 75 o la Costa d’Avorio a 50: giocate che possono sembrare intelligenti sono quindi in realtà una specie di tassa versata al marketing. L’unico modo per guadagnare dalle quote civetta è cavalcarle, in caso di buon tabellone, per poi rientrare dell’investimento quando gli avversari si fanno difficili. Al Mondiale, visti i gironi, il gioco può riuscire con Portogallo a 28, Grecia e Nigeria (300 e 200, una delle due sarà senz’altro agli ottavi), addirittura con l’Italia campione in carica pagata a 16. Quasi certo che gli uomini di Lippi saranno agli ottavi, di sicuro con un’avversaria pagata molto sopra la pari. Poi troviamo la Schiavone che vince e fa saltare tutto, ma nel medio periodo la realtà è molto più banale: la coppe in genere vanno a Serena Williams.
(pubblicato sul Giornale di oggi)

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