Ha vinto il sì

16 Marzo 2010 di Stefano Olivari

Se ogni partita dell’Inter deve trasformarsi in un referendum pro o contro Mourinho allora questa volta ha vinto Mourinho. Ha vinto il sì, per l’abrogazione della retorica della bella sconfitta europea: barricate ed espulsioni, grande cuore e zero cervello, mazzolatori in affanno e amici internazionali di Pairetto.
Ha vinto Mourinho inventandosi una partita di contenimento con tre attaccanti e zero incontristi a centrocampo (meno uno, più che zero, con Thiago Motta presente) che ha azzerato la manovra del Chelsea: Ivanovic e Zhirkov costretti al compitino dal sacrificio di Pandev e del miglior Eto’o degli ultimi tre mesi, il tonicissimo Malouda limitato dal suo stesso partire troppo avanti rispetto alla partita di andata, Drogba senza mai una vera occasione per fare male. Poi Sneijder è stato la differenza fra il giorno e la notte, con quattro assist e tante giocate tranquille che hanno fatto rimanere una partita quella che in altri anni sarebbe stata una corrida. Da vincere però sempre nella parte del toro, applaudito ma combattente ad handicap. Fino a qualche ora fa il Chelsea era la seconda squadra più forte del mondo, all’unanimità, e lo Stamford Bridge una fortezza inespugnabile per qualsiasi squadra italiana (come se esistessero ancora squadre italiane, o un improbabile Dna delle squadre italiane). Da domani quello di Ancelotti sarà un gruppo mal gestito che dovrà prendere lezioni dal Catania, Ballack un sopravvalutato e Terry non varrà la metà di Gamberini. E in fondo, poi, questa Premier League così indebitata…E queste wags, signora mia….Una partita non cambia la storia del calcio, ma allunga il divertimento di vedere Mourinho così da vicino.
Stefano Olivari

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