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Guerra mondiale durante i tagli

Anna Laura 16/12/2011

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di Anna Laura
La Cina difenderà l’Iran ad ogni costo. Notizia letta un po’ su tutti i giornali del mondo, con varie gradazioni di preoccupazione e analisi differenti. Solo che sui media italiani, con poiche eccezioni, non se ne trova traccia. Il fatto è assolutamente inaudito. Sono ormai settimane che ci strascassano con Monti e tutti gli sforzi sono tesi a farci bere la panzana che i sacrifici sono indispensabili.
Sono persino disposti a tagliare del 15% le pensioni sopra i 200mila euro e se fanno questo vuol dire che c’è il panico, che il sistema non regge e non reggerà. Ma se oltre a questo strascassamento dicessero che siamo come nel 1962 con la crisi cubana e i missili russi? Siamo sull’orlo di una guerra mondiale? Non dico che la politica estera sia sempre interessante (di sicuro non lo sono le notizie di agenzia lette avendo dietro la spalle il Big Ben o la Casa Bianca), ma forse una guerra mondiale potrebbe interessare anche il piccolo correntista di Intesa-San Paolo. Immaginate la gente. Per questo non hanno riportato la notizia. Libertà di stampa. Si preoccupano che non ci preoccupiamo, che teneri che sono. Ma i cinesi e i russi sono per assurdo, da stati canaglia quali sono, gli unici che possano far finire l’incubo di una schiavitù che si annuncia totale della finanza anglo-americana, con la supervisione dei soliti noti. Non riportano questa notizia, se no Monti…
Provincialismo o calcolo? Credo sia calcolo, è meglio una preoccupazione alla volta che far collassare immediatamente la fiducia nei sacrifici e la fiducia che possiamo calmare i mercati. Gli “dei”, come dice il nostro Italo Muti, hanno deciso che per salvare le loro prebende sono disposti alla guerra contro l’Iran e sostanzialmente all’uso delle bombe atomiche sul terzo o quarto produttore di greggio al mondo. La domanda: gli Usa sono ancora il faro delle libertà nel mondo? La nostra risposta è no. Ma che te lo scrivo a fare Stefano (sono quasi sicura che la tua risposta sia sì, dico quasi perché forse pensi anche a Israele), è inutile scrivere queste cose: non si sa più neanche da dove cominciare per essere comprensibili. Troppe sono le connessioni necessarie per capire in che guaio stiamo per essere cacciati, inutile parlarne e in effetti come vedi non ne parlano.

Anna Laura (16 dicembre 2011)

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