Gentile per Esposito

5 Ottobre 2009 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni
1. Oscar Eleni ossessionato da quella canzone dove una grande cantante si chiede cosa pensano gli arbitri quando fischiano, i dirigenti quando straparlano, i giocatori quando vogliono essere protetti, i giornalisti quando sperano di essere ascoltati. Per meditare meglio abbiamo scelto la chiesa di Santa Croce a Varsavia dove ci sono i resti di Fryderyka Chopina, dove ci sono anche i resti della Lega come la pensava l’avvocato Porelli e dispiace che sulla Gazza degli orgasmi abbiano liquidato la presentazione del campionato con il titolaccio “Il solito bla bla”, quando c’erano da registrare due o tre cose interessanti.
2. Intanto il ricordo di Gianluigi Porelli che in qualche angolo della galassia cerca canocchie da infilare dove sono più fastidiose a questi che neppure guardano il monumento che ha lasciato, proprio come i polacchi con Chopin. Nel suo nome si è rivisto al Campidoglio Gianni de Michelis, nel Campidoglio dove non si è neppure presentato il sor sindaco, pensando alla grandezza dei padri fondatori gli altri hanno fatto la figura dei tapini, anche se Veltroni non lo è e potrebbe davvero offrire il suo entusiasmo in maniera più convincente senza raccontarci la storiella che Gianni Petrucci, presidente del Coni, ha venduto nelle scorse settimane per bacchettare il suo ‘amico’ Minucci e i campioni di Siena che al momento hanno l’allenatore migliore e quindi quello che dovrebbe servire per far rialzare la Nazionale senza il viagra delle finte rivoluzioni.
3. Non era soltanto un bla bla, quello di Roma. Volendo si poteva affondare la corazzata Potemkin delle banalità andando all’assalto, senza imbesuirsi davanti agli occhi della solita Circe, senza sbavare perché gli arbitri cambiano colore delle magliette, dopo aver urlato basta con il grigio, ma non la testa se, ogni tanto, ma quasi sempre quando fa più male a chi insegue, ti danno un tre secondi in area, una palla accompagnata. Certo sarà entusiasmante trovare dopo ogni diretta un arbitro che vuole chiarirsi certi dubbi su certi fischi a supercazzola prematurata, nel pregiudizio che il ricco vince e il povero incarta il dolore e se lo porta fino ai piedi del presidente infelice.
4. Comunque sia, cara gente, siamo nella settimana che porta all’inizio del campionato, ma, anche, al ricovero, per cui tenete stretti gli ultimi pensieri. Dicevamo della Lega che almeno si è inchinata davanti a Paola Porelli, ma che non ha trovato lo spazio nelle sue strane riunioni per guardare più avanti di una Supercoppa che ha lasciato mezze vuote persino le tribune del Pala Sclavo senese. Gli spagnoli hanno superato l’ostacolo portando tutti a Tenerife, mettendo in piedi uno spettacolo che ha colpito persino quelli che a Sky hanno scritto sul murales da casa alta che il miglior basket lo si vedrà sui loro canali. Come diceva quel furbone che voleva adularti presentandoti all’amico ignaro: questo è il miglior giornalista d’Europa e fra i migliori in Italia. Ecco non sprechiamo il seme per cose già viste, per formule che continuano a premiare, quelle sì, il bla bla, invece di farci capire cosa c’è dietro certe facce, certe debolezze, certe crisi, certi peccati che da veniali diventano mortali sul campo di gioco, unico teatro per accogliere veri protagonisti lasciando ai margini le comparse, cioè tutti quelli che provano a raccontarlo.
5. Non si può dire che sia stata una brutta partita, quella fra Siena e la Virtus. E’ andata come pensavamo, ma non c’è stata mattanza ed era importante. Qualcosa abbiamo scoperto sulla nuova Siena che potrebbe mettere almeno un po’ di verde regimental sulle cravatte che non rallegrano il bel vestito grigio. Vedete un po’. Agli arbitri non piace più, ma le aziende che vestono campioni ed allenatori ci credono ancora, peccato che poi si sbagli con l’accessorio. Prima di spedirvi nel basket day che domenica prossima festeggerà l’inizio della serie A e, purtroppo, anche il viaggio di qualcuno verso l’ignoto, andiamo alla ricerca degli appunti che cominciano con il canestro del ragazzo Gentile, al servizio del diavolo Esposito per il basket di Trento, nel finale di gara contro Castelletto: supplementari poi vinti. Tanti bei ricordi, una fusione che farà piangere Boscia Tanjevic anche più delle notarelle degli invidiosi di frontiera, dei soliti noti, quelli che ad Antalya gli fecero la festa, quelli che oggi tremano al pensiero che possa essere lui a scrivere il programma per la resurrezione tecnica del sistema basket a livello nazionale. Pagine coraggiose che non possono piacere ai pavidi e agli astemi. Restando sulla C o sulla A nazionale, fate voi, diciamo che Sport Italia la serve bene, forse con più calore tutto prenderebbe colori diversi, ma lo sforzo è già importante e vedere il palazzo di Trieste pieno per la sfida con la Fortitudo ci ha raccontato altre storie importanti, quelle che non interessano alla Gazzenda.
6. Restando in zona rimpianti eccoci al meraviglioso affresco di Emilio Marrese sulla Repubblica, purtroppo solo edizione Bologna, per l’esordio Fortitudo. Una cosa da tenersi sul comodino quando verranno i giorni per essere tagliuzzati, una chicca dorata che ci ha salvato Nino Pellacani nel suo sito Odio il brodo, un messaggio anche come garante dei tifosi che, dovrebbe essere chiaro, sono aquile che poi s’incazzano se vengono prese troppo in giro e menate per l’aia di parchi inesistenti. A Pellacani dobbiamo tante belle risate, cose intelligenti del basket pensato davvero come sport, come aggregazione, gli dobbiamo pure l’unico momento di serenità al funerale dell’avvocatone perché in lui c’era rispetto,affetto, ma non poteva mancare quello che a Porelli piaceva: la voglia di essere intelligenti e duellare anche con le parole.
7. Visti i programmi SKY per le dirette dell’anno, vista la squadra. Tutto bene, si fa per dire, ma la meraviglia è non avere più la partita delle ore ventuno. Uno sforzo, un regalo. Speriamo di potercelo godere e meritare. Sul basket day bisogna dire che Ferrara-Teramo e Virtus- Montegranaro avrebbero tenuto viva la giornata più della probabile mattanza di Siena, ma certo i campioni devono andare comunque e poi senza Eurolega SKY non si può più raccontare la favola del troppo stroppia, anche se sappiamo bene come vanno le cose con l’immaginifico delle vu nere. Comunque sia ci daranno almeno 131 partite. Avanti chi offre di più e di meglio. Non esiste. Ma cosa pensavano quelli che volevano rinunciare a Sky?
8. Da Roma arriva per la decodificazione una fotografia del raduno azzurro in vista delle Olimpiadi del 1960: da sinistra Gamba, Calebotta con pizzo, Sardagna, Pieri, Canna e Alesini. Cosa pensa la gente che paragona questi uomini ai ragazzi di oggi? Nostalgia puttana ? Forse. Il solito voltarsi indietro. Anche. E allora?
9. Brutto segnale da Pesaro dove gli abbonati, 3500, sembrano pochi. Aria moscia. Atmosfera da ionizzare giocando bene. Certo in tanti altri posti 3500 abbonati sarebbero felicità.
10. Finale della supercoppaspagnola fra Barcellona e Real Madrid. Un partitone. Pazienza se ha perduto Messina. E’ ancora presto per dare la vera caccia ai blaugrana, come direbbero quelli del calcio dopo aver sbattuto sullo splendore Siviglia.
11. Non abbiamo trovato Massimo Carboni in linea, però siamo felici che la Rai abbia di nuovo i diritti radiofonici per le dirette del campionato, certo se richiamassero anche il pensionato di Ancona farebbero un canestro da tre.
12. Rivisto Drazen Dalipagi

c al Taliercio. Qualcuno ha pensato che la vecchia Reyer era qualcosa di speciale e avrà almeno rivolto un pensiero a Carrain, Zorzi, Lelli, De Respinis, Ligabue, anche se oggi questa società nuova ci sembra costruita bene.
13. Messaggio del presidente Obama dopo l’assegnazione delle Olimpiadi a Rio de Janeiro, dopo l’esclusione al primo ballottaggio di Chicago sponsorizzata dal presidente statunitense: “Si può perdere anche giocando bene”. Un consiglio a Renzi, alla Lega, a tutti: scriviamolo sui muri di ogni sede, oltre che di ogni palazzetto.
14. La NBA approva l’instant replay. Festa nel mondo meno che a casa Platini.
15. Leggiamo che la foresteria Armani non è ancora pronta e per questo il talento Mirko Dona, romano che gioca a Chiavenna, resterà ancora un anno nella società dove è cresciuto. Sono due notizie che ci confortano e ci preoccupano.
16. Presentazia campionato senza dare retta a quelli che urlano dalle pagine dei giornali: “Ci penso io”. Meglio pensare tutti insieme. Cosa pensi quando dici che Siena è favorita? Che sono banale. Cosa pensi quando guardi Roma? Che forse si sono illusi anche questa volta di aver trovato le soluzioni che nascono soltanto da società forti, da idee non vestite da paracarri.
Ti sembra più forte questa Armani di quella che è andata in finale? Come si può dirlo prima di vedere almeno un mese di partite serie? L’unica stranezza è la faccia smorta di molti tifosi Olimpia, quelli da Fiero il guerriero: sono contenti, ma gli dispiace. Cosa gli dispiace? Ah saperlo. Insomma manca di elettricità fra chi è fuori e chi dovrebbe stare dentro, gente importante che arriva da altri pianeti. Resta il terrore del mordi e fuggi incompetente. Siete d’accordo che la Benetton ha cominciato a costruire qualcosa d’importante, o anche a ricostruire? Siamo d’accordo anche se il tipo Kus, il tipo Neal, ci ha sempre mandato alla neuro, felici che Hackett abbia fatto sapere subito di non poter essere considerato il salvatore della patria verde.
Non diteci che la Virtus ha imbroccato anche questa volta la rivoluzione per disperazione? Forse sì perché Lino Lardo è un tipo davvero speciale, soprattutto quando i giocatori sembrano spaventati da questa finta America.
17. Avanti in ordine sparso. Napoli ce la farà a vivere, sopravvivere? Speriamo per il professor Marcelletti, ma siamo tutti giustamente preoccupati. Soresina è l’avamposto di un nuovo mondo basket? Non lo sappiamo, certo Cremona ha sempre avuto una bella tradizione e poi c’è Arione Costa. Questa volta Manero Vacirca sembra aver fatto una bella Montegranaro? Ne siamo convinti e poi il Frates al veleno può diventare tossico per gli avversari. Cantù sorprenderà di nuovo gli invidiosi? Lo farà, lo deve fare perché, come sempre, chi non sa fare di conto è in fondo al viale e aspetta la caduta per dirci: ve lo avevamo detto. Sbagliano da un po’ di anni. Ferrara non è più una debuttante al ballo, potrebbe davvero mettere nei guai chi non crede che le società si costruiscono giorno dopo giorno con la passione, con gli uomini alla Crovetti? Certo che lo farà, basta che non si facciano prendere dalla gola. Con Teramo che ha tenuto i ragazzi del coro avremo le stesse giornate meravigliose dell’anno scorso? Anche di più. Altra società con dentro qualcosa di speciale che al capo allenatore dà anche la responsabilità del vivaio. Una volta era così. Su Avellino come ci dobbiamo regolare? Come vorrebbe Pancotto: aspettare prima di sparare. Perché a Pesaro hanno la pressione così bassa avendo nel motore l’ elettrico Dal Monte? Per vecchie nostalgie, ma le cose cambieranno se la squadra dimostrerà di avere dentro la vita nel rispetto della vera storia Scavolini. A proposito il monumento a Valter quando lo facciamo? Caserta sembra bella carica? Ecco il segreto. Essere convinti di poter spaccare tutto. Convincendo anche chi passa per caso. Biella e la sua eleganza da non mostrare in precampionato. Faranno come l’anno scorso un torneo di rincorsa ? Lo faranno buono perché questo campionato non dovrebbe avere materassi e non si può rimontare da troppo lontano.
Che meraviglia Varese con un numero di abbonati come nelle grandi stagioni. Basterà la passione? Basterà lavorare sopra una squadra che può crescere giorno dopo giorno.
Buonanotte e buona fortuna direbbero nella televisione che non ho mai visto e non vedrò mai.
Oscar Eleni
(per gentile concessione dell’autore)

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