Figlie di Maria

11 Marzo 2008 di Stefano Olivari

I primi risultati dell’anno segnalano che forse Maria Sharapova è diventata grande, quasi grandissima. L’autorevolezza con la quale si è sbarazzata delle avversarie a Doha e la puntualità con la quale ormai non manca l’appuntamento con la vittoria fa sembrare che i calendari, le sfilate, il fashion siano in questo momento passati in secondo piano rispetto al tennis. Cosa che Maria sa fare benissimo perché non si vince Wimbledon, gli US Open e, a gennaio, gli Australian Open – tutto questo a non ancora 21 anni – se non si è davvero una campionessa. Maria lo è, ma quello che aveva fatto nascere alcuni dubbi, era appunto il suo impegno tennistico non al 100 per cento. Il risultato ora è che dei primi 14 match disputati nel 2008 la Sharapova ne ha vinti 14, praticamente una percentuale da Federer: a Doha ha perso in tutto due set (uno in finale) e si avvia ora a essere la favorita a Indian Wells, il primo grande appuntamento della stagione che riparte dopo la piccola pausa post Melbourne. La sensazione in pratica è che continuando così Maria quest’anno vivrà il suo periodo migliore, visto che ha già fatto sapere di non voler continuare a lungo a correre dietro una pallina. La Sharapova per il tennis è comunque l’immagine glamour e di successo che serve per lanciare uno sport: non a caso vale più lei con i suoi bikini che altre con i loro successi (anche in Italia c’è un sito internet dedicato e aggiornato, http://mariasharapova.netsons.org). Insomma, bella è sicuro, brava anche, simpatica forse non proprio. Ma per il tennis è una pubblicità che vale più di tanti soldi spesi. E se diventasse anche la numero uno in pianta stabile, volete vedere quante nuove Maria si aggiungerebbero a quelle attuali?

Marco Lombardo
marcopietro.lombardo@ilgiornale.it

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