Dietro Siena

4 Aprile 2008 di Stefano Olivari

Oscar Eleni da un letto che non ha più materassi, da una camera che non ha più pareti, stordito dalla labirintite e quindi scusabile per ogni errore od omissione, anche perché può dire che il basket gli ruba persino il medico curante, Max Barbieri il terribile, costretto ad ordinare pillole via treno visto che dovrà faticare molto in questo fine settimana di Fondi con la nazionale veterani affidato ad Alberto Bucci, rinvigorita ogni ora dalla fantasia creativa di Mario Natucci, cronista veronese della Notte, amante del gioco come potrebbero giurare i Vincenzi che lo ascoltarono tanto nei tempi in cui Verona sognava in grande.
Questione di uomini. Dove ci sono quelli in gamba davvero succede sempre qualcosa di speciale, di storico, qualcosa che resta. Non parliamo di Milano, Rubini, Bogoncelli, Cappellari, Peterson. Basta vedere quelli di oggi per spiegarsi le cose che Armani non comprende e Galliani non ha voluto capire. Cantù e gli Allievi, prima Corsolini, poi Morbelli. Varese prima Borghi con Gualco, poi Bulgheroni. Virtus Bologna con Porelli. Fortitudo Bologna con Seragnoli e la scuola della Effe che ha sempre avuto basi solide dai giorni del Papa Parisini. Treviso coi Benetton, Buzzavo e Gheradini. Pesaro con Scavolini e Puglisi, oltre a Bianchini e Scariolo. Adesso siamo arrivati a Siena gloria nostra, gloria europea per un basket italiano che si sentiva confuso. Non era facile, ma Ferdinando Minucci ci è riuscito provando ogni tipo di erba medica, cambiando tanti allenatori, cambiando spesso i progetti, cercando dove gli altri dicevano di aver imparato qualcosa, magari mentendo. Lui ci è riuscito davvero e non deve essere un caso se il ritorno al grande mondo se lo è guadagnato sul campo di Istanbul dove un giorno prese Ergin Ataman, facendo infuriare l’associazione allenatori italiana che protesta sempre quando arriva gente brava, ma tace quando a quelli straordinari della loro scuola vengono fatte nefandezze di ogni tipo. Non è un caso che dall’altra parte ci sia stato sul campo il Turkcan che un giorno fu idolo capriccioso di Siena, ma proprio rinunciando ai tipi come lui si iniziò la grande costruzione. Dopo Ataman Recalcati da dividere con la Nazionale. Primo scudetto. Dopo Charlie ecco il ragazzo cresciuto in casa, il Simone Pianigiani che ha la stessa nostra labirintite soltanto quando gioca la coppa Italia. Anche con il figlio della Lupa gli dicevano stai attento. Attentissimo. Scudetto al primo colpo e ora le final four sognando di incrociare le armi in una finale con il CSKA di Messina. I russi c’erano anche nelle due finali di Barcellona e Tele Aviv, il prode Ettorre lo fu in Catalogna dove rubò l’idea del fuoco mensanino. Poi i cambi seguendo la regola squadra che vince si può pure cambiare se chi ha vinto va in giro a mostrare piume o altro.
Pagelle perché ormai la testa ciondola, chiedendo scusa a Gianni Corsolini che avevamo promesso di andare ad omaggiare quando presentava il suo libro dedicato al basket, il suo amore per più di 50 anni anni.
10 Chiamate Lavrinovic, in questo caso Ksistof, ma poi, magari anche il suo gemello, perché questo è un tipo di giocatore che la Lituania troverà davvero completato nella Siena dove si insegna a vivere, giocare e difendere.
9 A Ferdinando MINUCCI che ha scalato montagne che voi umani neppure potete immaginare e se il Montepaschi è stella d’Europa il merito va alla famiglia di questo capitano che non vuole essere mai simpatico a tutti e per sempre: gli piace il tormento nel dubbio che tutti non ne comprendano il valore.
8 A STONEROOK e SATO che hanno convinto Thornthon che non poteva esistere giardino più bello di quello senese anche se aveva abbandonato la piazza per cercare altra gloria dove gli avevano portato via l’anima.
7 Alle ragazze della FAMILA SCHIO per ricordarci che il 3 aprile 2008 il basket italiano ha riportato alle finali di eurolega i suoi campioni e alla vittoria in una coppa le sue ragazze attendate nel Veneto, stiamo parlando della Macchi, della Masciadri e della Ress che, dato importante anche questo, è la sorella del numero 14 della Mens Sana, l’azzurro Tomas.
6 Ad Alberto BUCCI se ha ritrovato la gioia con questa esperienza nel gruppo dei veterani perché il miglior dottor Stranamore del nostro basket non è stato quello campione d’Italia con la Virtus, ma quello campione universitario con il Cus Bologna che animava la spiaggia di Rimini molto prima di questi fringuelli da discoteca.
5 A Boscia TANJEVIC che ha tutto il diritto di sperimentare, di giocare sulle cose insicure, ma poi non può andare dai medici a consegnare cuore e fegato regalati ai sogni di una vita. Lo amano tutti, ma lui non sembra amarsi troppo.
4 A Marte YANNAKIS o GIANNAKIS come scrive il nostro Limardi perché gli abbiamo visto perdere lo stile europeo nella difficile battaglia contro il CSKA che ballava sull’orlo del burrone. Era tornato il terribile di Salonicco e non ci è piaciuto tanto.
3 Al ragionier FILINI, noto nel basket come il grande Lebowski CROVETTI l’africano perché adesso che la sua Ferrara è ad un passo dalla serie A avrebbe tutto il diritto di urlare in faccia a certa gente che non capiva niente quando lui faceva funzionare davvero la Lega, che non capisce nulla neppure oggi che questa Lega la sta massacrando.
2 A Bruno ARRIGONI, la Mente di tutti i progetti Cantù, perché la sua intervista sul sito della società doveva essere mandata in circolo nel territorio e, soprattutto, a casa Recalcati tanto per far capire che la confusione e l’ipocrisia stanno facendo del male a tutti. Vero che Spagna, Grecia e Russia bluffano, ma servono dati e allora rendiamoli pubblici.
1 Ad Erazem LORBEK punto di forza della Lottomatica che non può dire senza essere preso a legnate che fra questa Siena e la sua Roma non c’è tanta differenza. C’è un abisso e certi risultati dovrebbero dimostrarlo anche se siamo tutti convinti che questa Roma, con Avellino, può dare fastidio, ma non è la stessa cosa. Presente il risotto? Ecco non va confuso con altre cose.
0 Al DE LUCA capo dello sport Rai e ai pari ruolo in Mediaset perché possono arrampicarsi su qualsiasi specchio quando parlano di priorità nei notiziari, ma non dovrebbero farla sempre franca con questo basket che ignorano anche nel giorno di un risultato importante come quello del Montepaschi e di Schio, certo più delle infiammazioni dei nostri tennisti, delle sgommate dei nostri piloti. Loro pagano, loro sono sui nostri schermi. Bella scusa. Lo zero va anche alla Lega perché su questo dovrebbe battersi unita invece di fingere che il problema sia così lontano. Le televisioni contano sempre, vanno garantite tutte, ma anche combattute tutte se fingono di non sentire.

Oscar Eleni
Fonte: www.settimanasportiva.it

Share this article