Delocalizzatori d’Italia

7 Ottobre 2011 di Anna Laura

di Anna Laura
Hanno una fifa blu, quelli dell’IMF (il Fondo monetario internazionale). Lo sanno anche loro ormai che il sistema non regge più. Anzi, in un fuori onda di un programma della BBC è venuto fuori che si aspettano un problema in banche molto grandi. Diciamo francesi? Forse tedesche? Forse le più grandi?
Intanto la nostra vita si è trasformata in un negozio di salumeria con prezzi in salita e in discesa 24 ore al giorno. Numeri che per la maggior parte non sono verificabili, come origine. Un giornale radio ogni quindici minuti, aggiornamenti in diretta… I mercati, questa entità psicotica, esultano per il probabile intervento della BCE con una iniezione di 2000 miliardi di euro che saranno iniettati dopo essere stati stampati. Carta che servirà, vedrete. In sostanza che accadrà? La BCE fornisce questa carta ciclostilata che vale nominalmente 2000 miliardi di euro alle banche in difficoltà. Le banche la prenderanno e invece di metterla in circolazione la useranno per andare a comprare oro, argento, grano, caffé. La useranno cioè per avere come asset fisici qualcosa che non sia di valore virtuale. Non la immetteranno sul mercato, non c’è più il mercato. Si pareranno il culo, ecco cosa accadrà. Altro? Sì, c’è dell’altro e questo altro è che non possiamo fidarci di nessuno. Crisi o non crisi siamo ormai alla constatazione che esiste una percentualmente piccola parte di persone che sono privilegiate senza merito alcuno e che stanno difendendo con le unghie e coi denti il loro tenore di vita. Gli altri subiscono. La Confindustria con la Marcegaglia sembra abbia una sola frase da dire: vogliamo i soldi. Questa la sostanza di lunghissimi interventi pieni di parole vuote come flessibilità, credibilità, innovazione, eccetera. Dopo che hanno delocalizzato fabbriche, know-how, inventato solo una fiscalità di favore, tornano in Italia a chiedere il bis. Zero progettualità. I cervelli sono diventati un costo, non una risorsa, quindi paghiamo 1.200 euro al mese un ingegnere. E il cervello dell’operaio? Non serve, come le sue mani: andiamo in Cina, lì sì che sanno coniugare democrazia (hanno anche i partiti! Peccato che siano emanazioni dell’unico esistente in loco…) e mercato (traduzione: chiamare lavoratori gli schiavi). Per l’operaio solo qualche soldo dello Stato, finché dura, e una comparsata alle tramissioni di Lerner e Santoro nella parte dell’operaio. Vogliono la patrimoniale, le privatizzazioni, le agevolazioni fiscali per investire i nostri soldi, perchè loro i soldi li hanno nelle banche mentre la casa è intestata a chissà quale società.

Anna Laura
(7 ottobre 2011)

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