Delinquenza privata

9 Gennaio 2009 di Stefano Olivari

Come tutti i processi, anche quello Gea ha avuto i suoi innocentisti ed i suoi colpevolisti. A prescindere dalle posizioni, anche al bar tutti hanno però capito di cosa si stesse parlando: del potere di questa società di procuratori di area moggiana e soprattutto dei metodi più o meno legali con cui questo potere veniva esercitato. Insomma, se è stata citata la Juventus è solo perché il condannato (per finta, con il solito indulto) Luciano Moggi era direttore generale della Juventus e molti giocatori della scuderia Gea transitavano per la società bianconera: gli arbitri, la cupola, le intercettazioni, eccetera sono tutto un altro processo penale ed anche un processo sportivo che invece nel caso Gea assurdamente non c’è stato. Opinioni diverse, materia del contendere chiara. Tranne, secondo molti giornali che aspettavano Massimo Meridio (”Al mio segnale scatenate l’inferno”), che per il presidente della Juventus Cobolli Gigli, il quale parlando di ‘sentenze miti’ presenti e future si sarebbe messo a rifare la conta degli scudetti: soprattutto dei due che la Famiglia ha volentieri gettato nel fuoco purificatorio pur di liberarsi del suo management senza troppi danni. Situazione che Cobolli conosce come pochi altri, dai retroscena della cessione di Ibrahimovic a tutto il resto. In realtà il suo pensiero era più articolato dei titoli d’agenzia: la versione meno incendiaria l’ha riportata proprio Tuttosport, visto che rimandava tutto al processo di Napoli e cioè quello al moggismo più prettamente juventino. Tornando all’oggi, la ‘violenza privata’, cioé il metodo usato dai Moggi per convincere i giocatori (Amoruso, Blasi, Zeytulaev, Boudianski) ad andare nelle società decise dal capo, è un reato molto più concreto (ma giuridicamente meno grave) dell’associazione per delinquere. Non riguarda la Juventus, ma un uomo (per la verità due) giudicato ‘delinquente’ (virgolette in funzione anti-querela, ma il concetto è quello) da un tribunale. Ma quanti nel mondo del calcio, a partire dai giornalisti, avranno il coraggio di definire Moggi per quello che è?
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it
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