Crimini e misfatti

25 Marzo 2011 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni 
L’incredibile Eurolega, i giocatori che non ascoltano, la domanda di Valter Scavolini, la gratitudine di Hairston, gli arbitri da FIBA, i figli di Allievi e gli scritti che fanno dormire.

 

Oscar Eleni dal giardino di Crimini e misfatti dove Stephanie Roth dice quello che ogni ateo del basket pensa dopo le due giornate incredibili che hanno tenuto le sfide dei quarti di Eurolega sull’uno a uno e, cosa ancora più interessante, nella seconda giornata hanno permesso alle squadre fuori casa di pareggiare i conti. Cosa diceva Stephanie che ci avvicina al negazionismo sanpietrista, che ci tiene compagnia in mezzo a tutti quelli che martedì sera, dopo il meno 48 di Siena al Pireo si domandavano a che punto poteva essere questo basket italiano se la sua squadra dominante aveva preso una stangata del genere? Dice che suo padre ha preso da sua zia Mary: rifiutava la Bibbia perché diceva che il personaggio centrale non era assolutamente credibile.
Noi non andiamo oltre quel paradiso, quel mondo, ma ci fermiamo alla bibbia dello sport dove il personaggio principale, in questo caso, più il giocatore degli allenatori, non sembra mai credibile. Diciamo i giocatori perché a sentirli parlare, dopo, dicono sempre che se hanno vinto è merito loro e se hanno perduto, che ci ha messo lo zampino il “tennico” perché in molti, storditi dalle lavagne, non dalla pizzarra benefica, lo diciamo per i ciufoli SKY che ci hanno ripreso per questa ironia sul prodotto che Scariolo pubblicizza per aiutare organizzazioni benefiche, giurano di non ascoltare quello che si dice nei minuti di sospensione. Balle cinesi, vero che conta più quello che si fa in allenamento, ma un generale che decide serve sempre.
Quante litigate sulle squadre fasulle, sui giocatori fasulli, ma confondere quello che accaduto negli ultimi tempi a Roma, Milano, Bologna, Pesaro con questa Siena è proprio da predicatori fondamentalisti che, come si sa, sono i peggiori. Certo che avevamo preso paura, anche perché leggere di Valter Scavolini che attraverso la bella penna dell’Elisabetta Ferri ci faceva sapere di essere un po’ stanco di questo mondo invernale che lo tormenta, erano i giorni in cui le pallavoliste cadevano in coppa e la squadra di basket perdeva in casa, di avere voglia dell’estate, ma cosa, ancora più pericolosa, di nuove idee, per animare il mondo che lui ha frequentato da cavaliere di una tavola rotonda dalla quale, purtroppo, si sono alzati i più grandi, l’ultimo è stato Aldo Allievi. Scavolini vedendo il meno 48 del Pireo si domandava cosa bisognerebbe investire per poter competere in Europa se i più bravi del campionato italiano hanno preso una paga del genere.
Per fortuna la notte ha portato altri profumi alla tavola di Durambeis, e quelle che sembravano disperate alchimie notturne, con gli allenatori di Siena seduti a guardare il disastro, lo hanno fatto per due volte, per la verità il Gazzometro dice che Pianigiani si è guardato due volte lo scempio, ma noi siamo convinti che almeno il Banchi al veleno era seduto al suo fianco, sono diventate certezze, ritoccando il motore che si era imballato nel martedì nero, cambiando quintetto, cercando nella faccia dei giocatori la risposta che serviva: in questi casi non è la tecnica, ma il senso di appartenenza a qualcosa di speciale e Malik Hairston, che pure ha vissuto da principino NBA per un periodo abbastanza lungo, quando ci dice di dover tutto allo staff mensanino spiega bene il concetto messiniano, in visita pastorale alla sala Buzzati del Corrierone milanese quando col fioretto ha spinto più in là chi lo aspetta sulla panchina Armani, che piace anche a Minucci: ”Cara gente non sono i budget a fare le grandi squadre. Certo ci vogliono quattrini, sostegni, ma non è quello il nocciolo della questione”. Speriamo se ne convinca anche Scavolini, da subito, perché il suo grido di dolore rivolto ai Benetton possa arrivare al cuore e non alla testa della famiglia di Ponzano.
Ora non ci si ilude che l’Olympiakos della volpe Ivkovic possa essere mangiato con cacio e pepe come se i suoi pindoloni fossero pici qualsiasi, ma era importante rimettere a posto l’orologio di Eurolega e anche la testa di certi arbitri che nel primo turno, a Barcellona, ad Atene, a Vitoria e, sicuramente, a Madrid avevano vestito gli abiti che un tempo piacevano alla FIBA: un bel grigio casalingo. Le cose cambiano, ma non sarà il frastuono a decidere tutto, né dovrebbero esserlo quei laser verdi sparati in faccia ai tiratori, una barbarie come quella dei fischietti similarbitro che spezzano il ritmo del gioco se arrivano dal campo, lo truccano se arrivano dagli spalti. Su questo il Bassan contrario che lavora in Eurolega dovrebbe chiedere interventi decisi e punitivi.
Del domani non abbiamo certezze salvo quando si accompagnano giganti alla ultima meta come è avvenuto per Aldo Allievi che ha rivisto l’intera famiglia della Pallacanestro Cantù, quelli che erano davvero figli suoi come il Roberto o la dottoressa moglie del Pierlo, quelli che hanno studiato davvero alla migliore delle università come ha detto bene Enrico Campana nell’articolo che ha scritto per il suo sito e che ci ha girato Antonio Albanese. Chi conosce il passato e certe litigate si meraviglierà di questa citazione, ma per certe cose bisogna dire che era meglio duellare con chi amava più il lato oscuro della forza di Skywalker piuttosto che sedersi sulla panchina dei pensionati a leggere di cifre infrante, a non leggere mai del profumo che si sente nella cappella Sistina, in un palazzo, nel campo di allenamento, sui prati della fonte Plinia, di certa gente che ogni tanto ti fa credere di essere in vita. Succede.
Ultimamente un tipo spiaggiato ha ricordato le stupide metafore che permettevano di andare avanti senza vomitare troppo. Una critica giusta nei tempi in cui avevamo voglia di battaglia e ci faceva bene essere criticati come succedeva ai tempi di Cuore e del Male, ma ora non ha quasi più senso, dovrò dirlo al mio amico Peter, come non ha senso attaccare gli umili della penna costretti a voli assurdi per stare ogni giorno a contatto con il nauseante mondo calciocentrico. Il tipo ha scritto anche qualcosa di suo. Lo abbiamo letto e il come lo ha fatto ci ha lasciato indifferenti. Ci siamo addormentati senza fare fatica.

Oscar Eleni

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