Corruzione a prezzi stracciati

1 Settembre 2009 di Stefano Olivari

La settimana scorsa un quotidiano nazionale, un tempo glorioso, ha venduto un’intera pagina pubblicitaria al prezzo di…500 euro. Cinquecento, lo scriviamo in lettere, roba da giornalino dello stadio ma in realtà da LegaPro. A parte la comicità del prezzo di listino ad oltre 4mila euro (!!!) e la banale, come è nel nostro stile, considerazione che in tempi di crisi bisogna essere umili e raccattare tutto quello che c’è, la situazione che si sta materializzando è molto semplice: il fruttivendolo sotto casa, il direttore di Indiscreto, il parrucchiere che si lamenta del basso stipendio del figlio ingegnere mentre si rifiuta di darti la ricevuta, il venditore di jeans, insomma tutti, possono comprare una pagina di un quotidiano nazionale (l’editore è uno di quelli che soloneggia su Prima Comunicazione, con foto e mano ad avvolgere il mento, magari spiegando che Murdoch è un mediocre e che Arnoldo Mondadori era un sopravvalutato) ed influire quindi sulla sua linea. Con 500 euro possiamo avere quindi pagina pubblicitaria e recensione positiva per il nostro libro, senza nemmeno dover fare i simpatici con un redattore culturale di quelli che ”Dopo Dostoevskij il romanzo è morto”. Per noi 500 euro sono sempre una bella cifra, ma per un costruttore che volesse far pressione sul sindaco no. E per una banca? Si tratta dell’equivalente delle commissioni di 76 bonifici (siamo rimasti ai tempi dei Medici, come efficienza), roba che una filiale di periferia realizza in un giorno. Poi ci si sorprende dei direttori che fanno i killer per conto dei padroni…

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