Coraggio per licenziare Benitez

10 Aprile 2008 di Stefano Olivari

1. Liverpool-Arsenal di martedì sera, è stata una di quelle partite per cui vale la pena seguire ancora il calcio moderno. Di solito quando queste due squadre si affrontano (soprattutto ad Anfield), il match è sinonimo di spettacolo. Per non andare troppo indietro negli anni, basti pensare a ciò che successe nel 1989, quando l’Arsenal di George Graham espugnò Anfield Road per 2 a 0, con quel secondo gol segnato da Thomas durante i minuti di recupero e decisivo ai fini della differenza reti e quindi per l’assegnazione del titolo, che dopo diciotto anni tornava ad Highbury. L’anno scorso invece, per una competizione minore come la Coppa di Lega, le due squadre hanno dato vita a un grande spettacolo e l’Arsenal dei giovani di Wenger espugnò la tana del Liverpool con un pirotecnico 6 a 3. L’altra sera invece è stato il Liverpool a trionfare. All’inizio della partita Benitez ha mischiato le carte, piazzando Gerrard e Kuyt sulle fasce laterali, disorientando per la verità più i suoi uomini che non i Gunners. Infatti sono stati gli ospiti ad andare in vantaggio con il gol di Diaby, che ha sorpreso un pur ottimo Reina. A questo punto i ragazzi di Wenger hanno iniziato a dare spettacolo ma sono stati freddati dal colpo di testa di Hyypia, che alla mezzora ha siglato il pareggio. Nella ripresa partita ancora bella e combattuta e gol fantastico di Fernando Torres che regalava così un’altra perla all’Europa dopo il gol a San Siro contro l’Inter. A cinque minuti dalla fine partita che si riapriva e richiudeva in cinque minuti. Prima il neo entrato Theo Walcott partiva dalla sua metà campo, saltava quattro avversari e porgeva su un piatto d’argento la palla del pareggio qualificazione ad Adebayor. Sul ribaltamento di fronte Kolo Tourè toccava appena in area Babel, ma quel tanto che bastava da mandare sul dischetto del rigore l’implacabile Gerrard che trasformava il penalty con la solita freddezza. A questo punto, davanti ad un impassibile Benitez e a un furioso Wenger, i Gunners si buttavano in avanti con la forza della disperazione e Babel in contropiede a tempo scaduto fissava il punteggio sul definitivo 4 a 2. Ennesima semifinale Champions per il Liverpool che, per la terza volta in quattro anni affronterà il Chelsea. Per l’altra semifinale altra sfida stellare, Manchester United contro Barcellona. Vedremo se il Barcellona giocherà il ruolo del guastafeste come il Milan dello scorso anno, oppure se si arriverà alla prima finale di Champions League tutta inglese.

2. Liverpool all’europea, dicevamo. Dopo la vittoria in Coppa Uefa nel 2001 i Reds hanno vinto rocambolescamente la Champions nel 2005, l’hanno persa sempre contro il Milan nel 2007 e quest’anno hanno ancora come obiettivo Mosca. Sembra incredibile, ma questa squadra non vince il campionato dal 1990, praticamente non hanno mai vinto il titolo da quando nel 1992 è stata creata la Premier League. Quest’anno l’obiettivo dichiarato era assolutamente il campionato, tant’è che Benitez ha rischiato il licenziamento lo scorso autunno. La squadra era partita male, come quasi sempre le accade (anche il primo girone di Champions è stato superato con estrema fatica) e se Klinsmann non avesse rifiutato le avance del duo americano Hicks e Gillett oggi il tecnico spagnolo non sarebbe più sulla panchina dei Reds. Nel 2008 il Liverpool si è poi trasformato, in campionato si è garantito un quasi sicuro quarto posto che gli garantirà la partecipazione alla prossima Champions mentre in Europa è tornato ad essere la squadra solidissima delle passate stagioni. Se per l’ennesima volta Benitez porterà la squadra alla finale vogliamo vedere come il duo di ex amici americani – Hicks e Gillett stanno litigando quotidianamente fra di loro, ad Anfield non si mettono neanche più vicini di posto – avrà il coraggio di mandarlo via.

3. Avendo una certa simpatia per il Portsmouth non possiamo chiudere senza esserci complimentati con i Pompey per il raggiungimento della finale di Coppa d’Inghilterra. Vittoria sabato scorso per 1 a 0 a Wembley contro il West Bromwich Albion, grazie ad un gol del redivivo Nwanko Kanu. Complimenti ovviamente anche all’altra finalista, il Cardiff, che ha sconfitto con lo stesso punteggio il Barnsley. L’abbiamo già detto e lo ripetiamo: senza le Big Four quest’anno la FA Cup piace molto, molto di più.

Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com

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