Come esultava Panenka

11 Maggio 2007 di Stefano Olivari

La Francia esce dal Mondiale 1978 distrutta dalla stampa, dalle liti interne e dalla disorganizzazione di una spedizione preparata senza la benchè minima professionalità. Tuttavia ci sono diversi segnali positivi che fanno ben sperare per il futuro: intanto la Nazionale, nonostante le critiche dei giornalisti, ha molto ben giocato, con una propria identità tattica, le partite contro Italia e Argentina, forse le nazionali più forti e brillanti di tutta la manifestazione, e poi giocatori giovani come Platini, Six, Battiston e Bossis hanno potuto fare un’esperienza internazionale di primissimo piano che li potr aiutare moltissimo a maturare tecnicamente e mentalmente.
L’obiettivo seguente è l’Europeo 1980 che si disputerà in Italia: il girone dei Bleus (solo il primo si qualifica alla fase finale ad otto squadre, fra cui l’Italia presente di diritto) prevede come avversari la Svezia, il Lussemburgo e i campioni in carica della Cecoslovacchia. L’esordio è il 1 settembre 1978 al Parco dei Principi contro la Svezia, squadra non irresistibile che, dopo aver giocato tre Mondiali paga il ricambio generazionale che le impedirà di partecipare a tutte le manifestazioni più importanti fino al 1990. Nella Francia manca Platini e si sente, la Svezia passa a inizio ripresa con Nordgren, Berdoll e Six ribaltano in 10 minuti il risultato ma proprio allo scadere Gronhagen segna il gol del 2-2 finale: l’Europeo dei galletti si fa già in salita. Platini manca anche nel match successivo in Lussemburgo dove i Bleus vincono facilmente 3-1 (Six, Tresor e Gemmerich), e nell’amichevole di lusso giocata al Parco contro la Spagna di Asensi, Del Bosque, Juanito e Santillana vinta per 1-0 con gol “semi-fantasma” segnato di testa da Specht, difensore centrale dello Strasburgo.
Dopo una facile vittoria interna contro il Lussemburgo per 3-0, sempre al Parc (gol di J.Petit, Emon e Larios), il 2 maggio 1979 a Bratislava (Stadio Tchelné Polé) Platini rientra per la partita chiave delle qualificazioni contro la Cecoslovacchia, dove è fondamentale non uscire sconfitti. Sebbene sia rientrato il fuoriclasse di Joeuf, Hidalgo è costretto a schierare comunque una formazione sperimentale dove mancano, per infortuni o forma scadente, Tresor, Janvion, Battiston, Lacombe, Bathenay, Six e Rocheteau; l’attacco è assai mediocre con Berdoll, Emon e Amisse e terzino destro gioca addirittura Raymond Domenech; i capitani sono Christian Lopez e Ondrus. Una nota curiosa (noi siamo appassionati di questi dettagli): la Cecoslovacchia si schiera coi numeri in perfetto ordine uno-undici da destra verso sinistra e dalla difesa verso l’attacco (così i quattro in difesa sono numerati con 2-3-4-5, i centrocampisti 6-7-8 e gli attaccanti 9-10-11…), il massimo del neo-realismo sovietico applicato al calcio… I Cechi sono campioni in carica e schierano una squadra fortissima fisicamente (in sette superano il metro e ottantacinque), a Bratislava c’è forte vento e la Francia soffre il vigore atletico dei padroni di casa. Al 68′ Specht ostacola irregolarmente in area il centravanti Masny, liberato da un bell’assist di Vizek, il rigore ci può stare e Panenka segna “alla Panenka” cioè con un pallonetto morbido che beffa Dropsy (fu proprio Panenka nella finale Europea 1976 a inventare il cosiddetto “cucchiaio” beffando Sepp Maier sul rigore decisivo)… Panenka, elegante interno sinistro coi baffoni a manubrio, esulta correndo ingobbito con le braccia al cielo. Visto oggi, dove anche il festeggiamento dei gol dev’essere trendy, ci fa molta tenerezza (sembra Calboni nella partita tra scapoli e ammogliati in Fantozzi), ma dobbiamo ricordare che probabilmente nel 1979 ai quadri dirigenti del Partito Comunista Cecoslovacco non sarebbe piaciuta un’esultanza trash stile “Cucaracha” di Ronaldo, R.Carlos e Robinho sul campo dell’Alaves… Passano pochi minuti e al 72′ il possente numero 6 Stambachr da centrocampo passa in verticale favorendo il controllo di Masny sui 35 metri, dopodichè caccia un urlo intimando al compagno di scansarsi e arriva come una locomotiva sulla palla scagliandola con una potenza inaudita di sinistro all’incrocio dei pali, Dropsy non la vede nemmeno e la Cecolsovacchia chiude la partita sul 2-0. Per la Francia le possibilità di qualificazione all’Europeo sono davvero ridotte al lumicino.
La stagione si chiude con una vittoria assai esotica sul prato artificiale del Giants Stadium di New York contro la nazionale USA; la partita termina 0-6 e Lacombe segna una tripletta nella prima mezzora contro l’allegra difesa americana. Il 5 settembre una grande prestazione al Rasunda di Stoccolma riapre il discorso qualificazione per la Francia perché una doppietta di Lacombe ed una rete meravigliosa di Platini (controllo e tiro sul primo palo sotto l’incrocio) valgono l’ 1-3 per i Bleus, contro una Svezia piuttosto dimessa. A ottobre sono gli USA a far visita al Parco, e Platini dopo soli 5 minuti li punisce con una punizione splendida da 25 metri; gli americani poco dopo gli rendono il favore e con un’entrata assassina lo costringono ad uscire con un grave infortunio alla caviglia. Il problema è serio e Platini è costretto a saltare, il 17 Novembre, il match di ritorno contro la Cecoslovacchia: al suo posto gioca l’esordiente Gilles Rampillon del Nantes, ma tutta la formazione schierata da Hidalgo è da semi-emergenza. La Francia però gioca alla grande, senza paura, cercando in continuazione di sfondare la solida cerniera difensiva Jurkemic-Ondrus (una delle migliori coppie d’Europa all’epoca; ai cechi manca tuttavia il bomber Zdenek Nehoda). A metà del secondo tempo la partita si sblocca: l’ala sinistra Amisse centra basso per il centravanti Pecout, subentrato a Lacombe, che riesce ad intercettare il pallone ed a spedirlo alle spalle di Hruska. Passano nove minuti e Rampillon fa una veronica su Kozak, si porta la palla sul destro, ma invece di tirare comodamente con quello che non è il suo piede preferito, inventa un esterno di sinistro “alla Cruijff” a giro da 25 metri che fa sponda con il palo e si insacca per il 2-0. Lo stesso Kozak a pochi minuti dalla fine accorcia le distanze ma ormai importa poco. La Cecoslovacchia riesce a qualificarsi per Euro ’80 battendo il Lussemburgo a Praga e la Francia rimane a casa. La strada per la gloria è ancora lunga…

Carlo Maerna
carloblacksun@hotmail.com

Share this article