Turborovescio

Colpa dello shampoo

Stefano Olivari 08/01/2008

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L’avevamo lasciato ai fornelli di Antonella Clerici, ma Potito Starace (foto) è rimasto praticamente lì. Ormai lo sapete: squalificato per 6 settimane a causa di scommesse improvvide, salterà gli Australian Open e comincerà la sua stagione solo a febbraio. La pena è stata patteggiata e in questo caso l’Atp non ha certo fatto una bella figura. Il processo sarebbe stato sommario, Starace sarebbe dovuto andare in America a spese sue per difendersi e quindi alla fine ha preferito il male minore: 80 euro persi su scommessine inutili e sventate gli sono costati lo stop. A lui come a Bracciali, che è stato squalificato 6 mesi proprio – ma Daniele dice che è un caso (naturalmente) – quando aveva già deciso di operarsi alla spalla. Insomma: nessuno ci ha fatto una gran figura, nemmeno la federazione che si è affrettata a scendere in campo per l’onore dei nostro sbagliando però tempi e toni. Starace ha detto che l’Atp “è uno schifo”, Bracciali ha ripetuto lo stesso concetto e scusateci se a noi sembra di sentire la reazione del calciatore dopato che accusa lo shampoo per capelli. Anche perché, se è vero che (visto che il primo colpito dalle squalifiche è Di Mauro) non ci sono solo italiani che amano le scommesse on-line, è anche cero che proprio l’Atp ha fatto sapere che presto arriveranno altri provvedimenti e magari ora sapremo cosa successe veramente in quel famoso Davydenko-Vassallo Arguello per il quale perfino Betfair si scandalizzò tanto da chiudere le scommesse. Il russo non ha mai convinto, salvo poi limitarsi a dire che l’Atp è uno schifo. E l’indagine va avanti, così come va avanti l’inchiesta su altri giocatori e si parla già di un filone belga con parecchi tennisti colpiti. Aspettiamo, insomma, sapendo già che comunque vada ci sarà una sola certezza: “L’Atp è uno schifo”. E magari sarà pure colpa di uno shampoo.

Marco Lombardo
marcopietro.lombardo@ilgiornale.it

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