Centenari senza un perché

25 Luglio 2019 di Indiscreto

Altro che FaceApp. L’Italia è il paese d’Europa con più centenari: nel 2019 gli italiani viventi (si fa per dire) che hanno superato il secolo di vita sono infatti diventati 14.456, più o meno come la Francia. Ma la notizia cattiva non è questa, purissima carne da tg estivo, bensì che ci siano ben 2 milioni di italiani con più di 85 anni e che la tendenza sia al rialzo.

I rapporti dell’ISTAT sono spesso tirati politicamente da una parte o dall’altra, ma qui c’è ben poco da tirare ed in ogni caso nessuno che ambisca a prendere voti potrà mai dire che una società piena di vecchi e con sempre meno bambini (senza contare i 90.000 aborti annui stimati, fra legali e illegali) sia una sciagura sotto ogni profilo: emotivo, finanziario, sociale. I centenari ed in generale le classi di età più longeve sono soprattutto donne, con una leggera prevalenza del Nord. In particolare, confermando il luogo comune, della Liguria.

Le ragioni di questa longevità italiana sono molte, ma secondo noi fondamentalmente due. La prima è il nostro Sistema Sanitario Nazionale, che ha pochi eguali nel mondo per qualità delle prestazioni gratuite o semi-gratuite che vengono erogate: in altre parole i nostri vecchi sono stracurati, in molti casi ai limiti dell’accanimento. La seconda è un sistema pensionistico che nei decenni passati, in virtù del suo essere (all’epoca) totalmente retributivo (cioè senza una correlazione diretta con i contributi versati nella vita lavorativa) ha mandato in pensione prestissimo e con cifre dignitose persone che ai vari enti di previdenza avevano dato poco o niente. Insomma, gente che non si è ammazzata di lavoro e che è andata anche in pensione presto può andare avanti a vivere ancora a lungo.

Il discorso principale è però il valore della vecchiaia, discorso che vale anche per i trentenni. Chi ha curiosità e voglia di vivere, a prescindere dalle inevitabili malattie e dall’età (un’età con il cervello ancora sano), è vivo. Chi passa da un medico all’altro, con l’unico obbiettivo-ossessione della propria sopravvivenza, è morto anche se apparentemente sta bene. Quando sarà il nostro turno, se mai arriverà, forse saremo lì a prendere settanta medicine al giorno e a stalkerizzare il povero medico di base massimalista, ma adesso troviamo disumana la vita oltre i 90 anni e in molti casi concreti anche quella prima.

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