Calcio ingiusto

18 Novembre 2009 di Stefano Olivari

1. Il calcio è ingiusto, il Mondiale anche di più. Per questo la migliore nazionale africana dell’ultimo lustro (campione continentale 2006 e 2008) non avrà l’onore della ribalta più prestigiosa, che le manca da Italia Novanta (l’unica altra partecipazione risale al precedente Mondiale italiano). Ribalta che toccherà ad un’Algeria che ha cercato di battere il record negativo di tempo effettivo per una partita e che curiosamente alle ultime due Coppe d’Africa nemmeno si era qualificata: nello spareggio sudanese non ha meritato meno degli avversari, comunque, tolti venti minuti del secondo tempo.
2. Il calcio è stato ingiusto anche con l’Irlanda, al di là degli episodi (anzi, dell’episodio: il tocco di mano di Henry prima del gol di Gallas, ammesso nel dopopartita anche dal diretto interessato) non vedevamo una squadra di Trapattoni giocare così bene dai tempi della sua primissima Juventus (quella tutta italiana della Coppa Uefa 1976-77). Clamorosa la prestazione di Duff, ma tutti bravi nel secondo tempo a contenere la peraltro modesta manovra francese e a ripartire. Interessante Domenech che sul sito della Fifa sdottorava sul fatto che la vittoria nel calcio non è tutto: lo diceva però una settimana fa. Del resto abbiamo visto spezzoni e highlights, ma si può senz’altro dire dire che la Russia sia uscita con pieno demerito: il peggior lavoro mai fatto da Hiddink in vita sua, con un materiale umano di buonissimo livello.
3. Il calcio sarà ingiusto anche con Giampaolo Pazzini, che si è accorto del fatto che una semplice verità burocratica gli costerà il posto. Le sue acrobazie dialettiche nel dopopartita di Italia-Svezia valgono più di qualsiasi anticipazione: ”Non volevo fare alcuna polemica: su Amauri ho semplicemente detto la verità ed è scoppiato il finimondo”. Oltre che le parole, ovvietà che solo in un ambiente bulgaro potevano passare per dichiarazioni incendiarie, Pazzini pagherà i cori a suo favore del Manuzzi, contrapposti ai fischi per il solito noto. ”Sono contento dei consensi ricevuti, ma ribadisco che ho solo detto una cosa vera”. L’ultima amichevole dell’Italia prima della comunicazione dei 23 convocati, a meno di cambi di calendario, è prevista per il 3 marzo e per quella data il passaporto italiano di Amauri (al di là dei discorsi etici più volte fatti, che gli amanti del calcio dei club trovano noiosi: tranquilli, sabato si ricomincia) potrebbe non essere pronto. Lippi rischia quindi di convocare per il Mondiale un giocatore mai provato nemmeno in amichevole. Perché conta il gruppo, anche se bisognerebbe dire quale.
stefano@indiscreto.it

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