Bravi a non fare domande

25 Agosto 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

La coda di paglia dei media ha fatto passare praticamente sotto silenzio una lezione di giornalismo che Silvio Berlusconi ha impartito una ventina di giorni fa a Milanello e su cui ci sembra invece interessante tornare. Sintetizzando il Papi-pensiero, ”basato sulla mia esperienza di editore”, due le cose che il bravo giornalista sportivo dovrebbe ricordare: 1) Il tifoso medio non vuole leggere critiche alla sua squadra, nemmeno quelle in buona fede. Magari i più illuminati accettano qualche pezzo critico ed argomentato, ma dopo un po’ si stancano e non comprano più quel giornale che non li fa sognare; 2) Il tifoso medio legge quasi unicamente gli articoli o guarda i servizi riguardanti la sua squadra e, quando vuole esagerare, le sue concorrenti dirette. Poco interesse per il resto del calcio, quasi zero per il resto del mondo. Pensieri regalati proprio a cronisti sportivi, omaggiati con un ”Siete più bravi dei giornalisti politici, che insistono sempre per fare domande” che magari avrà inorgoglito qualcuno dei presenti. Sorvolando sulla strumentalità della lezione, volta ad evitare critiche al mercato milanista, se parliamo di grandi numeri (poi tutti abbiamo un amico che segue il campionato ucraino e tutti ci riteniamo tifosi obbiettivi, tardo-montanelliani che separano i fatti dalle opinioni) Berlusconi ha ragione e purtroppo non solo riguardo al giornalismo sportivo. Chi compra il Giornale o Repubblica ha già un sistema ideologico che chiede solo di essere applicato a fatti concreti, che omettendo e aggettivando sono spesso più opinabili delle opinioni anche scrivendo cose vere. Conclusione: nel medio periodo l’unico giornalismo calcistico finanziariamente possibile è quello di Tuttosport, applicandolo a seconda della geografia a Inter, Milan, Fiorentina, Roma, Napoli, Genoa e a quei pochi altri mercati che consentano di andare in pareggio. Anche se il fallimento del Romanista e il basso profilo di varie operazioni sui singoli club farebbe pensare il contrario. Il segreto di Pulcinella è ovviamente quello di essere faziosi confezionando la faziosità all’interno di un prodotto apparentemente neutro, tutti vogliamo che i nostri pregiudizi vengano confermati da qualcuno ritenuto minimamente credibile. Chi pensa di volare più alto non si rende conto (o finge di non rendersi conto) di usare quelle poche squadre di calcio come pillola per far digerire tutto il resto.
stefano@indiscreto.it
Share this article