Amici o nemici di Buffon

23 Gennaio 2009 di Stefano Olivari

Alcune reazioni agli articoli sulle parole che Mourinho avrebbe detto nello spogliatoio nel post-Bergamo sono illuminanti riguardo al meccanismo mentale che ormai si è impadronito di noi. In sintesi: tu dici o scrivi queste cose perchè sei ‘amico di’. Laura Alari rivela un retroscena sull’Inter? Ovvio, è amica di Mancini. Carlo Pizzigoni fa un’osservazione di segno opposto? Ovvio, ha scritto un libro su Mourinho. Quello che faticosamente stiamo cercando di dire è che la buona fede c’è o non c’è, ma in nessun caso può essere certificata. Per la semplice ragione che il lavoro giornalistico, anche uscendo dal discorso marchette, è basato su un rapporto di scambio: ‘Io ti passo delle informazioni per i tuoi lettori, ma come minimo tu non mi attacchi’, nella migliore delle ipotesi. Poi la maggioranza dei cosiddetti cronisti fa copia & incolla con l’Ansa, oppure stenografa le dichiarazioni televisive (imbarazzanti le scene davanti ai televisori della sala stampa, un vero spot contro l’acquisto dei giornali), aggiunge un aggettivo alle veline degli uffici stampa: tutta gente che vive tranquilla, senza rischiare niente, che poi magari ti prende in giro perchè la grande società gli ha concesso un’intervista esclusiva su appuntamento e sul nulla. Caso personale, con nomi e cognomi. Molti anni fa abbiamo creato e gestito i contenuti del sito di Gigi Buffon, con interviste esclusive, foto, notizie, eccetera (le solite cose, niente di geniale), poi lui e la Puma si sono affidati ad altri e la storia è finita lì. Adesso noi pensiamo che Buffon sia il miglior portiere del mondo, sia tecnicamente che per la sicurezza che trasmette ai compagni di reparto: lo diciamo perchè grazie a lui abbiamo per anni guadagnato tanti soldi? Mettiamo invece che noi si preferisca Iker Casillas: campione dello stesso rango, la scelta può essere discussa ma non stiamo parlando di pianeti diversi. Diremmo così per livore, dopo aver perso un contratto importante? Conclusione: anche nel giornalismo l’onestà non può essere certificata (in questo senso illuminante lo scazzo SantoroAnnunziata di settimana sorsa), mentre con la disonestà esistono criteri più oggettivi.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it
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