L’Oscar di Sean Connery

1 Novembre 2020 di Paolo Morati

Nel 1988 Sean Connery vinse il suo unico Oscar, come attore non protagonista nell’ormai classico Gli Intoccabili, film diretto da Brian De Palma e dal titolo originale The Untouchables. Il premio gli fu assegnato per l’interpretazione del poliziotto Jimmy Malone, reclutato dall’agente del Tesoro Eliot Ness (Kevin Costner) per cercare di incastrare il gangster Al Capone (uno straordinario Robert De Niro) in una Chicago ipercorrotta all’epoca del proibizionismo.

Un Oscar che gli arrivò a 58 anni e dopo una lunga carriera, con la sfida di affrancarsi dal mito di James Bond, e arrivato appena dopo la già notevole interpretazione di Guglielmo da Baskerville ne Il nome della Rosa e quella dell’iconico Ramirez in Highlander – l’ultimo immortale. Anni in cui Connery aveva definitivamente abbandonato il personaggio dell’agente segreto britannico – dopo l’ultima interpretazione in Mai dire mai del 1983, tra l’altro non nella saga ufficiale – ma che tutto sommato faceva fatica a liberarsene del tutto, almeno nell’immaginario del pubblico meno cinefilo.

Eppure nel tempo aveva già dimostrato la sua capacità di calarsi in altre vesti. Da Marnie di Alfred Hitchcock del 1964 (ossia già due anni dopo il primo 007) a Riflessi in uno specchio scuro di Sidney Lumet del 1973 (un anno dopo lo stesso regista lo diresse anche in Assassinio sull’Orient Express), a L’uomo che volle farsi re di John Huston del 1975, dopo essere tornato ancora una volta sul ‘luogo del delitto’ con Una cascata di diamanti del 1971.

Però quando si parlava di Sean Connery inevitabilmente il primo pensiero era per 007. Di lui abbiamo più volte sentito dire che era invecchiato bene e anzi che fosse diventato più affascinante e carismatico (e bravo?) in versione anziana che nel periodo della mezza età. Lasciando a chi se ne intende più di noi disquisire sull’aspetto e approfondire la vasta filmografia dell’attore scozzese, torniamo però a parlare de Gli intoccabili dove effettivamente riuscì a guadagnare finalmente il riconoscimento che meritava, aprendosi una nuova strada nel mito tanto che è proprio ad alcuni film successivi che resta ancorata la memoria mainstream: Indiana Jones e l’ultima crociata, Caccia a ottobre rosso…

Un film bellissimo, Gli Intoccabili, con una colonna sonora leggendaria composta da Ennio Morricone, su uno script coinvolgente per tante scene memorabili. Da quella iniziale di Al Capone dal barbiere, allo scontro al confine canadese, all’arresto del tesoriere alla stazione ferroviaria fino allo storico “Sei solo chiacchiere e distintivo” gridato dal gangster nel celebre finale. E il carisma di Sean Connery al suo meglio nella parte di non protagonista, anche se ancora oggi le celebrazioni che abbiamo visto restano principalmente, e inevitabilmente, ancorate al mito di James Bond e all’ultima parte di carriera, mentre andrebbero riscoperte alcune pellicole del periodo di mezzo. A partire da Obiettivo mortale, diretto da Richard Brooks, del 1982.

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