Divieto di calcetto

13 Ottobre 2020 di Indiscreto

Possiamo vivere senza il calcetto? Il nuovo dpcm del governo Conte fra le altre misure per il contenimento della diffusione del Covid vieta lo sport amatoriale di contatto, in sostanza le partite di calcetto e di pallacanestro fra amici. Mentre quello dilettantistico, ma organizzato, rimane possibile anche se nessuno in questo momento può dire fino a quando. Va avanti anche quello professionistico, che però è sempre meno sostenibile dal punto di vista finanziario: quanti club di Serie A di pallavolo possono andare avanti con 200 spettatori, massimo, a partita?

Tutti ovviamente possono vivere senza il calcetto, anche chi come noi lo pratica quasi quaranta anni (l’ultima volta giovedì scorso), il punto non è questo. Si può vivere anche senza cose in concreto più importanti, come l’acqua corrente e l’elettricità, quindi figuriamoci un pallone. Ma il principio che sta passando è che qualsiasi misura, anche la più cervellotica (tanti virologi, non tanti salumieri, sostengono che il passaggio del virus all’aperto sia difficilissimo e comunque necessitante di più di 10 minuti di vicinanza ed esposizione), nel nome del ‘prima la salute’ sia accettabile.

Ancora non sono maturi i tempi per dire onestamente al popolo che la scoperta di un vaccino anti-Covid non è scontata e del resto dopo secoli ancora non ce n’è uno contro la malaria e tanti altri virus e malattie potenzialmente mortali. Convivenza con il virus significa quindi essere prudenti e accettare le malattie come una statistica, come facciamo con i tumori: quasi 200.000 italiani ogni anno muoiono di cancro, il 50% delle conoscenze di ognuno di noi ci è passato, eppure il cancro pare non spaventare più nessuno. Possiamo non fumare, possiamo togliere l’amianto dai tetti, possiamo limitare l’uso dell’auto, così come usiamo ormai senza problemi la mascherina anti-Covid, ma oltre un certo limite bisogna prenderla con un certo fatalismo. Di Covid si muore e si continuerà a morire, chissà fino a quando. Forse anche per sempre.

Poi la questione politica è sempre la stessa: queste misure e questa sospensione della democrazia passano senza problemi con governi di destra o di sinistra, a seconda del paese, favorendo il mantenimento del potere di personaggi anche ormai screditati o mai accreditati. Certo per la maggioranza delle persone è indifferente vivere in Germania Est, nell’Atene di Pericle, nella Svezia di Palme, nella Cambogia di Pol Pot o nell’Italia di Conte.

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