Lavorereste per 4,5 euro l’ora?

25 Agosto 2020 di Indiscreto

Voi lavorereste per 4,5 euro l’ora? Non è una domanda retorica, da maestrini dell’indignazione web, visto che ci sono giornalisti che scrivono per testate prestigiose anche per meno, calcolando il tempo necessario per certi articoli. L’amico Andrea ci ha segnalato il caso della StraBerry di Cassina de’ Pecchi, azienda agricola green (qualsiasi cosa voglia dire) con una clientela di target alto (fighetti barbuti senza patente che deridono i tamarri con il diesel, azzardiamo), sotto sequestro per sfruttamento dei lavoratori. Insomma, quel tipo di realtà che ci induce a nutrirci soltanto di Bounty e Pizza Ristorante della Cameo.

Di solito questi lavoratori sono immigrati che lavorano per 4,5 euro l’ora, ma non in nero: tutto, pare, regolare, per quanto vicino ai minimi per la sopravvivenza. Non sappiamo cosa dire sugli aspetti legali della vicenda, ma sappiamo invece una cosa: la maggior parte delle persone, e non soltanto quegli immigrati fra i quali di sicuro il Tg3 individuerà una percentuale del 90% di ingegneri (al Politecnico di Dakar ci deve essere il 18 politico), non ha niente da offrire che valga più di 4,5 l’ora.

Nessuna competenza, nessuna esperienza, nessuna creatività. Quegli immigrati da 4,5 euro l’ora, per non parlare dell’ingrigito collaboratore quarantenne che cerca di piazzare un pezzo sugli scenari post-Conte a giornali che fanno lavorare gratis i pensionati, hanno almeno la buona volontà: la maggior parte degli aspiranti percettori del reddito di cittadinanza non ha nemmeno quella. Tante persone sono inutili e dannose, però votano: è giusto? Si arriva al paradosso dei mantenuti che dettano legge a chi li mantiene.

Tornando alla domanda iniziale: lavorereste per 4,5 euro l’ora? A noi è capitato di doverlo fare e nemmeno poche volte, con le motivazioni più varie. Tutte sbagliate, dalla passione al ‘da cosa nasce cosa’ passando per i discorsi sulla gavetta.

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