La stupida cessione di Icardi

4 Aprile 2019 di Stefano Olivari

Mauro Icardi è tornato all’Inter e al gol contro il Genoa, in uno stadio quasi completamente contro di lui. La parte genoana per gli ormai lontani trascorsi nella Sampdoria, la curva interista in trasferta a causa delle note vicende e nonostante un tentativo di riavvicinamento effettuato dallo stesso Icardi (poi ha prevalso la linea dura, ma a Marassi la spaccatura si è notata chiaramente). Senza contare gli uomini di calcio e i loro ammiratori da divano, che hanno dimenticato i folli ricatti accettati dai procuratori nell’ultimo mezzo secolo dall’Inter e da altri grandi club e trovano destabilizzante che una donna faccia gli interessi di suo marito (e i suoi, giustamente). Come spesso accade, i calciatori hanno dimostrato di essere più intelligenti, in rapporto alle pressioni, di chi li guarda e così Perisic ha dialogato con Icardi come se ultimi due mesi non fossero mai esistiti, ricevendo anche dall’argentino un assist perfetto. Poi è inutile arruolare un esercito di psicologi per fare la moviola degli abbracci: Mick Jagger e Keith Richards non si parlano da decenni.

Ma veniamo al punto: un marziano sbarcato ieri a Marassi si potrebbe chiedere perché questa Inter debba essere sfasciata, invece che migliorata con qualche acquisto logico: un centrocampista forte da affiancare a Brozovic, una versione sana di Nainggolan o un Rafinha 2.0, a seconda delle idee tattiche, fra il centrocampo e la prima punta, un laterale difensivo sinistro con un futuro. Insomma, non Messi o Neymar ma gente da media Liga o Bundesliga, per mettere nel mirino il Napoli dell’imbolsito Ancelotti.

Non sappiamo più cosa dire di Spalletti, anche ieri attorcigliato intorno a torvi messaggi in codice ma in alcuni momenti davvero esplicito, come quando ha spiegato che il rientro di Icardi non lo ha entusiasmato ma che era necessario e che contro la Lazio è stato tenuto fuori, in maniera dichiaratamente autolesionistica, per stabilire un principio. Per come ha lavorato sul campo in questi due anni, Spalletti meriterebbe secondo noi la riconferma (il contratto fino al 2021 è un dettaglio), la sua Inter ha quasi sempre avuto una logica anche nei momenti peggiori, però agli occhi di Marotta è quasi una scheggia impazzita. A suo favore lavora la mancanza di alternative credibili e pronte alla firma: come idea di base Marotta non vuole gestori-motivatori alla Allegri o alla Mourinho (che invece piace ad alcuni sponsor, Tronchetti in primis), ma una scelta importante come quella dell’allenatore non è evidentemente soltanto sua.

Chiudendo con Icardi, bisogna dire che ancora una volta ha dimostrato di essere da Inter, nel senso di essere uno capace di isolarsi da un ambiente incapace di proteggere i propri campioni. La sua cessione potrebbe essere una stupidaggine, al di là del prezzo.

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