Volevo essere Gianni Nardi

24 Febbraio 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

Il meccanismo del calciomercato è immutabile: il presunto venditore fa la figura di quello che ha tante richieste, il presunto acquirente di quello attivissimo e liquido, il giornalista può scrivere cose interessanti facendo un piacere a tutti. Più o meno questa sembra la trama dela vicenda Al Mansour-Milan, partita ai tempi dei primi contatti per Kakà (che Berlusconi aveva ceduto, è bene ricordarlo), proseguita con gossip di fonte inglese e perfezionatasi con un articolo sul Corsera di oggi: fondato nell’analisi, con riscontri nella società rossonera e presupposti di un certo tipo (lo sceicco ha il 5% di Mediaset), ma che inevitabilmente descrive una situazione solo allo stato delle battute. E la smentita arrivata oggi dalla Finivest fa parte della stessa sceneggiatura. 500 milioni per il 40% della società rossonera, cioé per contare di fatto come Gianni Nardi, sono una cifra palesemente assurda. Una cosa buttata lì dalla macchina comunicativa rossonera per effettuare un sondaggio a mezzo stampa: cari tifosi, preferite un Milan ‘puro’, milanese, italiano nella proprietà, e costretto a rianimare i quarantenni, o una società multinazionale che competa con le stesse logiche delle major europee? La risposta del pubblico pagante (e soprattutto votante), perdere l’identità pur di trattenere Kakà, non è così scontata.
stefano@indiscreto.it
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