Vocabolario minimo

10 Marzo 2009 di Carlo Tecce

di Carlo Tecce

ASCENSORE: con porta scorrevole e senza gettoniera, si nasconde in mezzo all’area di rigore e viene utilizzato, dai giocatori più alti, per raggiungere un numero imprecisato di piani. E’ spesso frequentato da Materazzi, Amauri e Ambrosini.
BORDOCAMPISTA: persona, uomo o donna, con microfono e auricolare, che resta in piedi per l’intera partita a pochi metri da una panchina. Dotato di eccellente udito e di invidiabile paraculaggine, il bordocampista, cresciuto ingurgitando i gialli di Edgar Allan Poe e di Arthur Conan Doyle, riesce a trasformare un bisbiglio e un ammiccamento in una trama che appassiona e incuriosisce il telespettatore.
CASHMERE: cresce sui piedi dei calciatori più tecnici, non appassisce e non necessita cure né annaffiature. Può essere confuso con la peluria che, al contrario, abbonda sui centrocampisti rudi alla Gattuso.
DRITTO per DRITTO: direzione del pallone allo scoccare del tiro. Forma di perfezione, più complessa e precisa del “tiro dritto”. Ha incuriosito matematici e fisici, persino teologi, poiché potrebbe condurre all’infinito e a dio.
ESTERNO: bazzica le periferie del campo, corre sulla linea del fallo laterale. Solo, affannato, emarginato. Attira le simpatie degli spettatori che, avendolo a tiro, possono urlargli e lanciargli qualsiasi cosa. Soffre la vicinanza con la panchina e il rapporto intimo e incessante con l’allenatore. Finge di esser sordo, distratto o troppo impegnato.
FLUIDIFICANTE: è il terzino moderno che, a mo’ di colluttorio e anticongestionante, si spinge oltre il centrocampo e stordisce i difensori avversari. Quando la partita è immobile e pastosa, l’allenatore perspicace può inserire un terzino o un centrocampista per “fluidificare”, ovvero liberare il campo.
GARAGE: luogo truce e oscuro, rischioso da raggiungere, rievoca le buche dei vietcong. Lì si celano i presidenti e i vip che, dopo ore di logorante attesa, tra gas di scarico e lampeggianti, vengono scovati da coraggiosi giornalisti opportunamente equipaggiati con bombole d’ossigeno, funi e piccone, integratori alimentari, torce e radar.
HARD: da non confondere con hardware, hard disk e hard core. Aggettivo importato dall’inglese, prossima frontiera del calcio italiano, per indicare una partita: più dura del duro, più tosta del tosto (vedi dritto per dritto). Si può accompagnare al match, in notturna diviene “hard match in the night”. Posticipo da non perdere.
IMPORTANTE: qualsiasi evento, azione, accadimento o personaggio che abbia un nesso con il calcio. C’è sempre un “tiro importante” in una “partita importante” con una “prestazione importante” di un “giocatore importante”. Due sono i sinonimi diretti di “importante”: superfluo o inutile.
LUCE: fenomeno paranormale che, come a miracol mostrar, si manifesta nelle moviole per lo studio del fuorigioco. La luce è portatrice di correttezza e regolarità: al passaggio del compagno, se c’è luce tra l’attaccante e il difensore, l’azione è valida e l’arbitro non deve intervenire. Se non c’è luce e l’attaccante segna ugualmente, sarà maledetto in eterno (e con egli, l’arbitro, i guardalinee e le rispettive mogli).
MANOVRA: più limpida di una “manovra di governo” e meno rischiosa di una “manovra su strada” (in particolare se contromano), la manovra di una squadra è orchestrata da più teste e più piedi. Può essere ariosa, così tanto da provocare agorafobia nell’avversario, cioè la paura degli spazi aperti. Può essere stringente, prendere ai fianchi e alla gola, allora sarà un guaio per i claustrofobici.
NASCONDINO: momento ludico e strategico della partita, quando la squadra che vince si fa furba e nasconde il pallone. Si corre di meno, si passa di più, si tergiversa. Ha sollevato la “melina”, più anarchica e colta, dal trentennale servizio.
ORGOGLIO: sentimento democratico e trasversale, ultimo appiglio per una squadra in difficoltà. Spiritualisti e nobili d’animo, ogni gruppo e ogni calciatore è animato da orgoglio. Che può declinarsi in “orgoglioso”: orgoglioso di “vestire questi colori”, orgoglioso di “giocare con quel compagno”. Quando il presidente annuncia uno “scatto d’orgoglio” dei suoi, siamo in odor di rivoluzione o dei cavalieri dell’apocalisse. Della fine del mondo.
PROFONDITA’: punto di estremo godimento per un allenatore che predilige il gioco sulle fasce. La profondità è un mistero che gira di squadra e squadra, e di campionato in campionato: non si raggiunge mai, però è sempre lì che, prona, si fa “attaccare” oppure “aggredire”. “Andare in profondità” è il giuramento che, con trasporto, dovrebbe declamare chiunque voglia giocare da terzino o esterno.
QUESTURA: luogo di ritrovo e aggregazione per i tifosi dell’una e dell’altra squadra che, se allo stadio sono divisi dalle gabbie, qui possono incontrarsi e familiarizzare in attesa dell’identificazione.
RESISTENZA: l’ora solenne della chiamata, della compattezza e della protezione. Nei minuti finali, in vantaggio di una rete, la squadra intera deve fare resistenza: buttarsi a terra appena sfiorati, piangere dal dolore per un contrasto, spedire il pallone in tribuna. La resistenza è più snob e apprezzata del vecchio e pensionato catenaccio.
SINISTRO: a rischio estinzione per la sua risonanza politica. Viene spesso lasciato in panchina per il più elegante “mancino”. La fascia sinistra, opposta alla fascia destra equidistante dal centro, ormai è la fascia mancina. Il tiro di sinistro è un mancino. I calciatori non scelgono più di parteggiare per il sinistro o la sinistra, sono duttili, loro, e si dichiarano “ambidestri”.
TRAFFICO: arriva all’improvviso, a centrocampo come davanti al povero portiere che, circondato, deve alzare le mani. Nel traffico sgusciano via i giocatori di talento, rapidi e bassi. Sfuggono ai controllo come auto di nuova generazione, euro 4 o euro 5. Nel pantano, fermi, restano i più pesanti e farraginosi incontristi e difensori.
UNGHIE: accessorio femminile che i giocatori più maschi, all’occorrenza, sanno brandire come un’arma. Con le unghie si può vincere e pareggiare, ma sono fondamentali per raschiare il barile.
VALVOLA: è il punto G del pallone, un minuscolo foro coperto di gomma, una particella sensibile che provoca torsioni nell’area e in prossimità del portiere. Del Piero e Pirlo cercano il punto G nel calciare le punizioni e, quando ci riescono, state sicuri che faranno gol. Per la disperazione del portiere, vittima incosciente di un’esplosione ormonale del pallone, servo di colui che l’ha eccitato.
ZOOM: ossessione dei registi e dei moviolisti, tormento dei telespettatori. Dall’alto al basso, un vuoto allo stomaco: si zooma sullo zigomo e sulla coscia. Si zooma ovunque.
(per gentile concessione dell’autore, fonte: l’Unità di ieri)

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