Uno sport e nemmeno tutto

22 Giugno 2009 di Stefano Olivari

Forse qualcuno avrà letto dei tagli annunciati agli organici dei giornali, che non riguardano ovviamente solo i giornalisti: parafrasando la canzone dei Buggles su video e radio, il web ha ucciso la carta. Poi non sta facendo vivere se stesso, limitandosi a riciclare frattaglie e scheggie provenienti da ogni dove, ma adesso stiamo parlando di giornali. Fra gli altri Tuttosport taglierà presto del 35% il suo organico. Non solo: secondo quanto risulta, il modello di quotidiano sarà ancora più estremo di quello attuale. Oggi, tanto per fare un esempio, una partita come Italia-Brasile è praticamente scomparsa di fronte all’ipotesi che Trezeguet rimanga alla Juve bloccando la molto ipotetica operazione Rossi: non solo in prima pagina, ma anche all’interno, dove solo dopo sette pagine di mercato bianconero abbiamo letto qualcosa su Lippi e la Nazionale. Il nuovo modello, dicevamo. Con pochi cronisti alla ricerca di tutto ciò che può riguardare Juventus e Torino, ed eventualmente di Inter e Milan ma solo in chiave di avversarie della Juve. Tutto il resto del calcio e dello sport (tuttosport, appunto) compresso in poche pagine, molte meno di quelle attuali (chi come noi lo legge ogni giorno potrà fare un paragone) che già sembravano poche, probabilmente appaltate a collaboratori e service vari. Questo almeno è il progetto di cui sta parlando l’editore, che poi sarebbe lo stesso del Corriere dello Sport (avviato sulla stessa china, anche se lì l’area da ‘difendere’ è più vasta). Qualche animale da convegno si indignerà per la deriva presa dall’informazione: forse non ha mai letto un quotidiano di partito, di quelli finanziati da noi, o qualcuno di quelli ‘non schierati’ ma in realtà sulle materie di interesse padronale schierati più subdolamente (ed ugualmente finanziati da noi, in modo indiretto). In realtà quello scelto da Tuttosport (e da tutti gli altri, che però non hanno le palle di dirlo chiaramente) è l’unico modo per sopravvivere a livello di azienda: essere partigiani, faziosi, nella migliore delle ipotesi monotematici o provincialissimi, non sorprendere mai il lettore per paura di perderlo. Il resto è dilettantismo, più o meno ispirato.

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