Tutte le strade portano a Rom

22 Maggio 2009 di Stefano Olivari

Crisi internazionale per Mircea Lucescu definito dal Giornale in una breve sulla finale di Coppa Uefa ‘zingaro rumeno della panca’, con lettera dell’ambasciatore di Romania in Italia e trasmissioni televisive a Bucarest al cui confronto le piazze del Santoro di una volta sarebbero sembrate una clubhouse golfistica. Poi la telefonata chiarificatrice dello stesso Lucescu, che da ‘zingaro della panca’ sa capire le differenze fra i vari paesi. Il punto è che in Romania ‘zingaro’ non ha l’accezione italiana di ‘giramondo’, né tantomeno gli zingari vengono considerati un popolo da tutelare come gli altri: nulla di antirazzista, negli editoriali e nelle prese di posizione ufficiali (lettera dell’ambasciatore compresa) di ieri pomeriggio. In Romania, dove il sentire comune nei confronti di quelli che noi chiamiamo rom non sarebbe dispiaciuto a Hitler (nella vituperata Italia almeno ci sono varie opinioni in materia), ‘zingaro’ (Tiganul, per la precisione) è un insulto pesante. Siamo quindi più razzisti nell’usare questo termine con leggerezza o nel non usarlo considerandolo un insulto?

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