Stiamo lavorando per voi (ma più che altro per noi)

22 Marzo 2012 di Biro

I lavori per il nuovo Indiscreto, in versione WordPress e con una migliore strutturazione dei commenti, stanno volgendo al termine e presto torneranno ad apparire su questo sito articoli di sport e varia umanità. In questa seconda categoria comprenderei gli animali, tema che mi sta a cuore in quanto sarei un gatto. Fedele al principio di non pagare nessuno, prima legge dell’imprenditoria italiana (la variante soft è pagare a 120 giorni fine mese data fattura, con aggiunta di qualche settimana per finte incomprensioni sul codice Iban), il direttore di questo sito mi ha affidato una rubrica sugli animali che cercherò di portare avanti senza cercare la lacrima facile ma puntando piuttosto a evidenziare un caposaldo del pensiero mondiale: l’unico diritto risiede nella propria forza, se un bambino idiota taglia la coda a una lucertola non è perché la sua vita di bambino abbia più senso di quella della lucertola, ma solo perché è in quel dato momento più forte.

Cosa farà mai in futuro questo bambino, a meno che non faccia parte di quella decina di persone che permettono all’umanità di fare salti in avanti? Se sarà uno a posto avrà il privilegio di lavorare regalando allo Stato l’80%, fra imposte dirette e indirette, del reddito prodotto, per poi andare in pensione a 75 anni visto che suo nonno ci è andato a 55 e la sua regione ha più guardie forestali del Canada, morendo poi in un letto intriso di piscia mentre i suoi parenti non vedono l’ora che crepi per smettere di pagare la badante e poi spartirsi il trilocale comprato con mutuo trentennale. Se invece non sarà a posto cercherà fino all’ultimo respiro di fregare il prossimo o di dominarlo con la violenza, magari pentendosi in zona Cesarini dopo avere ingannato tutti.
Sarò cattivo, lo prometto, perché ho avuto una vita difficile. Sono nato nel 2002 in un posto imprecisato della Lombardia, un allevamento di giocattolini viventi. Non ho ricordi di mia madre e meno che mai di mio padre, quasi subito una coppia progressista ha avuto la bella idea di regalarmi alla figlia di cinque anni perché interagisse con un essere vivente mentre loro guardavano Sky. Ma il gatto caga, mangia, non esegue ordini a comando e non accetta carezze quando non è il momento: come giocattolo, lo dico contro i miei stessi interessi (ho ascoltato questa frase da un agente immobiliare, una volta, mi è piaciuta subito perché penso rappresenti bene il genere umano), stravince il peluche. Gestire un gatto non è complicato, ma è abbastanza faticoso per chi non sia motivato. Così alla fine mi hanno dato via, a un tale che mi ha fatto vivere per cinque anni in un garage dandomi da mangiare quando capitava. Cinque anni al buio o gù di lì, cazzo! E dire che all’epoca ero strafigo, sono pur sempre un persiano (sono quello della foto), avrei dovuto impietosire anche i cuori più duri. Perché uno ti prende per chiuderti in un garage? Per motivi che non so poi mi hanno piazzato da un altro signore, che non mi ha maltrattato ma che aveva una fidanzata che mi odiava. E fra i due peli, passatemi la battuta da prima serata di RaiUno o CanaleCinque, ha vinto quello della ragazza.
Risultato: sono finito in un gattile, convinto di rimanerci per sempre. Non che stessi male, anzi: la donna che lo gestiva mi ha fatto tornare alla vita dandomi affetto e fiducia, occupandosi per quanto possibile delle mie mille malattie. Ho avuto qualche problema con gli altri gatti, più abituati alla strada: non mi so difendere, a dirla tutta penso che non valga la pena di difendersi per rimanere su questa terra. Intanto aspettavo e pensavo: chi potrà mai prendere un gatto vecchio, con l’Aids e l’insufficienza renale? Solo chi deve dare una risposta ai propri fallimenti più profondi, qualcuno in cerca di una missione senza senso. Sono così finito nella redazione di Indiscreto, dove passerò gli ultimi anni della mia vita mangiando tremendi croccantini medicati e collaborando con il sito. Argomenti: animali, rapporti di potere, senso della vita. Obbiettivi: nessuno. A mettere in italiano i miei pensieri penserà il direttore, che da ex negro di redazione ha visto originali anche peggiori dei miei.


Biro, 22 marzo 2012

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