Spazio al golf

3 Dicembre 2009 di Stefano Olivari

Modestissime considerazioni sull’evidenza mediatica data alle recenti vicende di Tiger Woods.
Rugbisti ma solo se posano per calendari para-gay, tenniste solo se sono carine, golfisti solo se tradiscono la moglie: la dura vita degli ‘altri sport’, o peggio ancora ‘varie’ (così nei quotidiani sportivi italiani si definisce tutto ciò che non è calcio), nei nostri media è questa. E il futuro sarà ancora più grigio, visto che la trasformazione in giornali di pura opinione (stile ‘Il Fatto’: che però ha almeno il merito di proporre qualche inchiesta pesante, pur nella sua unidirezionalità) anche degli attuali quotidiani omnibus ridurrà inevitabilmente le pagine di sport. Inter-Milan-Juve-Ferrari e derivati, il Giro solo se lo organizziamo noi. Per tutto il resto ci vuole lo scandalo, il privato da buttare in piazza, il grande atleta che commette un crimine o una cazzata. C’è una evidente ragione di mercato, nel senso che la funariana gggente preferisce di solito uno Stankovic da ‘Ci aspettano dieci finali’ ad un punto sui programmi di Elisa Rigaudo, ma anche una più banale di nomine: buona parte dei direttori e dei caporedattori occupano infatti il loro posto in quanto fedeli di personaggi legati agli ambienti di cui sopra. Così può capitare di leggere elogi senza ironia di Montezemolo con la Ferrari che arriva terza su due partecipanti al Mondiale (ormai meno qualitativo delle corse clandestine organizzate dai Casalesi), di Mourinho perché ‘ha dato all’Inter una dimensione internazionale’ (le eliminazioni agli ottavi o ai quarti di Champions di Mancini avevano invece un sapore provinciale), di Galliani perchè ha venduto qualche decina di abbonamenti grazie a due gol di Huntelaar nei minuti di recupero a Catania, di Ferrara ‘grande allenatore’ (l’ha detta Cannavaro, tutti hanno registrato perchè Ciro è iscritto all’albo ‘Grandi uomini’). Senza mitizzare nessuno, dall’autorevole Equipe in giù, in altri paesi un antidoto a questa ignoranza è lo sciovinismo. Spesso becero, ma con almeno il merito di far parlare di uno sport se i ‘nostri’ sono in cima al mondo. E di non parlarne mai se quello sport localmente non interessa: non risulta che Usa Today abbia mai parlato dei frequentatori del Viva Lain, eppure rapportati al calcio i nomi erano quasi di livello Tiger.
stefano@indiscreto.it

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