Son of the former Prime Minister

23 Ottobre 2009 di Stefano Olivari

Al primo livello quella di M.G.M., il milanese di trentun anni arrestato dalla Polizia per aver messo in piedi un finto sito del Milan con lo scopo di vendere biglietti delle partite, è la storia di un’ordinaria truffa quantificabile in circa 80mila euro sottratti a partire dal 2006 dalle carte di credito e dalle tasche degli ingenui. Che sono fra di noi, magari siamo proprio noi, vista la quantità di persone (sembra incredibile che esistano, ma due le conosciamo) che regalano le loro password a gente del tipo ‘I’m the son of the former Prime Minister of Zambia…’. Al secondo fa meditare sul fatto che presso qualcuno (gli ingenui, non a caso) i giornalisti sportivi godano ancora di credibilità: M.G.M. infatti usava le identità di almeno 15 ‘colleghi’ per rendere più credibile il sito e per spacciare inoltre finte iscrizioni a finte scuole di giornalismo sportivo. Promettiamo, nel caso ne venissimo a conoscenza, di rivelarne i nomi: un elenco che sarebbe più interessante della playlist di Guantanamo. Realtà e fiction si mescolano, perchè è vero che diversi telegiornalisti famosi prestano il volto alle campagne promozionali di scuole che ‘fanno capire’ che al termine del corso nell’azienda di quel telecronista famoso troveranno un posto: per informazioni recarsi dai peggiori barbieri sulla piazza. Al terzo ci dice che il mitologico e-commerce da noi è ancora all’età della pietra. Si possono acquistare i biglietti del Milan solo tramite Intesa -San Paolo, fin qui tutto bene. Ma la stessa banca non mette in vendita on-line i tagliandi, costringendo per le partite vere all’acquisto fisico da tempi di ‘Milan-Cavese io c’ero’. Il web fa ancora più paura delle code.

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