Sole di notte

22 Giugno 2009 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni

Oscar Eleni dall’isola di Creta, cercando di scoprire che tipo di filo ha regalato Arianna al bel Teseo per farlo uscire dal labirinto. Personalmente, non essendo un bel Teseo, sarei riconoscente anche soltanto per una piccola indicazione che permetta alla gente in là con gli anni di non soccombere davanti alla labirintite, di non sentirsi perseguitato da tutti quelli che danno consigli, dieta compresa, di non dover rispondere a domande di medici farfuglioni come dei poveri Renzo Tramaglino davanti al latinorum di chi non sa spiegarti un bel niente, ma ti svuota il portafoglio con esami su esami, spesso inutili, spesso semplici come quelli che potrebbe fare il primo erborista non venduto alle aziende che si sono inventate i fitofarmaci. Eleni è tornato, un po’ tardi, a proposito scusate il ritardo, ma dopo la notte scudetto di Siena nel catino incrostato del Forum di Assago, abbiamo dovuto combattere con il sole di notte, con stanze che si ribaltavano, facendoti cadere dal letto.
Scudetto scritto, gloria a chi meritava tutto e di più. Siena è Siena e voi non siete nulla avrebbe potuto cantare il marchese Pianigiani che ha peccato una volta soltanto nell’ora del trionfo, non un trionfo scontato per manifesta superiorità degli uomini, ma di tutto il progetto, sia chiaro, ha commesso un peccatuccio di memoria che non è piaciuto tanto alla Virtus Bologna, insomma a quello che ne resta, prima di scoprire se il gruppo di Stefano Tonelli potrà mantenere la parola con il popolo della Vu Nera che non ha uguali quando si devono tirare fuori quattrini per essere i numeri uno. Quello zeru tituli strappato a forza proprio da un cronista bolognese al lupacchiotto senese ha tolto all’Italia l’unico trofeo europeo dell’anno, ha tolto la soddisfazione di aver pagato tantissimo quella vittoria in coppa, ha cancellato la stagione di Matteo Boniciolli che ora prepara le valigie se davvero avesse voglia di freddo alla corte dei grandi di Russia, oltre che di bora triestina. Non lo avremmo dimenticato nel riassumere la stagione perché bisogna anche dire che nessuno, più della Virtus, è andato così vicino al cuore del Montepaschi nella finale di coppa Italia, che nessuno ha perso tanto come Bologna dopo aver visto così da vicino la Calì senese: chi l’ha battuta è retrocesso, chi l’ha tormentata fino all’ultimo secondo ha visto la società dissolversi, l’allenatore cacciato, il capitano lasciato andar via, il miglior straniero venduto a Scariolo. Labirinto che sei in noi liberaci da questo tormento e vai con ordine, senza allungare troppo il brodo perché gli altri sono già sul campo di golf o al mare.
Prendiamo spunto da una telefonata del Franco Grigoletti dalla sua fortezza di Rovereto con prolungamento su Amblar per speculare su quella bella rubrica che faceva per il Giorno, quella del lettore che poi era Grigo travestito da lupo.
Avete criticato tanto l’Armani e poi ha finito in gloria. Tutti bravi? Quasi tutti. I migliori sono stati quelli che avrebbero voluto mandare via o nascondere. Fortuna delle scelte, del caso. Diciamo allora generale fortunato e per questo riconfermato anche se tutti sanno che le sue difese sono buone, ma i suoi attacchi troppo prevedibili se non gli prendi un puffo come fecero a Napoli.
Non eravate voi a dire che Siena deve essere copiata cominciando a mettere punti fermi sugli uomini, sull’allenatore? Certo e mai criticheremo Milano o Roma per aver riconfermato Bucchi e Gentile, ma prima vorremmo aspettare l’inverno perché è col freddo che il sole di notte servirebbe davvero.
Hai visto Kobe Bryant. Tutti ai suoi piedi. Non tutti. Certo è stato bravo, però noi puntiamo di più sulle anche martoriate di Phil Jackson, su altri del gruppo giallo viola, anche se bisogna riconoscere quello che il Mamba ha riconosciuto per primo: non puoi chiedere agli altri se prima non dai te stesso a loro.
Triste il divorzio di Roma da Bodiroga, ci dispiace perdere quella testa e quel sorriso. A chi lo dite, ma nelle scelte degli uomini non ci aveva proprio convinto e dire che Jennings lo ha soddisfatto fa venire il nervoso come quando sosteneva che Allan Ray era staordinario. Ci mancherà, ma lo ritroveremo.
Tanta polvere per il vostro amico Tanjevic e poi l’Ataman mille cuori ve lo ha infilzato partendo da zero-due. Succede, ma fate attenzione: i grandi allenatori alla Tanjevic resteranno sempre perché dove lavorano donano tutto quello che hanno e non vogliono niente in cambio salvo coraggio, lealtà e voglia d’imparare. Per questo quando perde Boscia non perde veramente. Lui vince perché sa cosa regala agli altri a costo della sua stessa vita. Un Tanjevic per cento dei vostri principi senza scrupoli.
L’Ettore Messina che ci rapirono i russi è finalmente arrivato nella Casa Blanca. Non potevano riportarlo in Italia? Potevano, ma non hanno trovato argomenti giusti per convincerlo che uno sputo italiano è meglio di ogni crema catalana o castigliana. Non potrà neppure servire la causa di Azzurra, speriamo che si diverta e sia felice.
A proposito di Azzurra, giusto riconfermare Recalcati dopo le ansie e le richieste di part time? Giustissimo. Il problema non è l’allenatore, ma gli allenatori per fare i giocatori. Siamo a terra e, come dice Lollo Bernardi, grande del volley, ora tecnico della nazionale B di pallavolo, con un figlio molto dotato nel basket, smettiamola con gli alibi, con le scuse banali, torniamo alla cultura del lavoro, certo non sarà possibile farlo se in giro avremo presidenti e proprietari che vogliono risparmiare per prima cosa sugli allenatori.
Movimento truppe. Bella scelta Vitucci a Treviso. Ci dovevano pensare molto prima, anche se avremmo visto volentieri in torneo il Repesa che deve pur avere voglia di rivincite davanti a tanti fellonian bugabus.
Come vedi Coldebella casertano? Come uno che sa dove vuole arrivare e ha i mezzi per farlo. Non capiamo davvero perché Milano lo ha coltivato e poi tagliato. Ma Milano è speciale, questa poi non ama niente che profumi come le orchidee di una volta.
Non è stata una orchidea la stagione di Vitali e poi c’è anche la crisi Mordente. Possibile che se ne vadano? Possibilissimo. Intanto, valutando la commedia sul trasferimento di Mancinelli, le cifre da tirare fuori, l’asta imposta a due società come Milano e Siena che, con licenza parlando, potrebbero mingere su certi furbetti del quartierino, vediamo già l’effetto delle nuove regole a protezione del giocatore italiota. Sarà sempre peggio e allora non stupitevi per certi licenziamenti, per certe vendite, per certe minacce sulla serrata prossima ventura.
Stuzzicarello il tutto, come curiosa è questa storia dello Stonerook convocato pur sapendo che non risponderà al grido di dolore di un Recalcati che lui conosce fin troppo bene. Siamo davvero ansiosi di capire come andrà a finire. Squalifiche, certificati medici, liti pubbliche, verità in piazza fra chi ha smesso di amarsi tanto tempo fa? Ah saperlo.
Quello che sappiamo è che Siena è arrivata in finale anche con l’under 17 perdendo all’ultimo tiro come l’anno scorso. Loro ci sono sempre. Nel 2008 fu la Virtus e ora ecco Pesaro campione d’Italia. Nel gruppo c’è sempre anche Treviso. Non vi dice niente tutto questo? A proposito, i 51 punti di Al Gentile per la Benetton ricordano qualcosa di
già visto a Caserta.
Ben detto, Gentile allena a Roma, il figlio fa strage sul campo, Vincenzino Esposito anticipa Grigo accasandosi a Trento. Sarà un buon tecnico?
Sarà un po’ Maradona un po’ Gentile, un po’ Boscia, un po’ Marcelletti. Se ha buona memoria qualcosa tirerà fuori.
Chiusura gloriosa sui veterani che con Alberto Bucci, dottor stranamore che in panchina frigge pure per gli over, con Antonello Riva e Ponzoni, con Natucci il sognatore e Max, medico sportivo che tutta Milano vorrebbe amare, in partenza per il mondiale di Praga. Cercano altri sostegni per allargare l’attività. Aiutiamoli. Restando ai cavalieri come Alatriste Basile, eroe in Italia e Spagna, un grande per sempre, dobbiamo dire che ci è mancato.
Altro che mancato, dovevamo proibirgli di lasciare la terra rossa di Bologna, ma non ci siamo riusciti perché con l’occhio furbo chi lo salutava diceva all’amico: tanto è alla frutta. Certo che era alla frutta, ma quella che ti dà energia, vitamine, che ti riapre gli occhi. Ci si risente presto. Mai i labirintici sentiranno ancora?
Oscar Eleni
(per gentile concessione dell’autore)
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