Si fa presto a dire Roma

21 Aprile 2010 di Stefano Olivari

di Tony Naro
Una rubrica per spiegare il calcio della Capitale a chi ne parla solo per fatti di cronaca nera…
Da mesi il direttore (da amici scherziamo, come si fa a dirigere…nessuno?) di Indiscreto ci tormenta chiedendoci interventi dal di dentro sul calcio a Roma, lo accontentiamo con pseudonimo anche a causa del possibile licenziamento da parte della nostra azienda. La spinta è venuta dal constatare su vari media (anche su Indiscreto) la scarsa conoscenza di cosa rappresenti il calcio a Roma, uscendo dalla cronaca degli accoltellati e degli scontri. Il calcio a Roma non è solo la discussione becera su quanto ruota intorno al pallone, che peraltro dà di che vivere ad almeno dieci radio e a centinaia di pseudogiornalisti (apparteniamo alla categoria, sponda laziale), ma è un fenomeno sociale che va al di là di scudetti o risultati. E’ appartenenza e al tempo stesso trasversalità, con il fatto sportivo che qui davvero è solo un pretesto. Cercheremo di spiegarlo a chi vive a Milano o in altre città: senza slogan localistici o vittimismi. Ma anche senza fare di tutta l’erba un fascio, visto che per Roma la Roma ha un significato molto diverso rispetto alla Lazio. Immaginiamo che a Torino non ci siano classi con due bambini torinisti e venticinque juventini, quindi il punto di partenza è senz’altro diverso. Il punto d’arrivo sono le sentenze soft della giustizia sportiva, le giustificazioni degli esponenti di ogni parte politica, il ruolo ambiguo del Coni e Di Canio che giustifica i pollici all’ingiù di Totti (siamo d’accordo con Di Canio e non certo per stima nei confronti di Totti). Capire Roma è difficile, ma ci si può anche provare.
Tony Naro

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