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Basket

Senza il sangue delle retrocessioni

di Stefano Olivari

Pubblicato il 2009-09-25

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Quando al potere sale uno che non deve niente a nessuno, come Dino Meneghin, il fuoco incrociato dei vari feudatari è inevitabile. Domani il nuovo fronte, visto che il consiglio federale dovrebbe ufficializzare la creazione della wild card per la serie A riducendo di fatto le retrocessioni ad una. Si tratterebbe in pratica di ‘salvare’ la penultima classificata del campionato, dandole la possibilità di comprare il diritto sportivo indennizzando la seconda promossa (a questo punto teorica) dalla LegaDue. Indennizzo ancora da quantificare, ma come minimo sul mezzo milione di euro: somma che in LegaDue fa la differenza, rappresentando circa la metà del budget di una squadra ambiziosa. Una legge con lo scopo dichiarato di avere una serie A che salvi le realtà con un grande pubblico. Ovvia la contrarietà della LegaDue di Marco Bonamico, di cui l’altroieri abbiamo letto un duro comunicato, così come quella della LNP (cioè A, B e C Dilettanti) che se passasse questo principio potrebbe in futuro subire danni anche lei. L’appassionato medio, che senza il brivido del risultato e del diritto sportivo seguirebbe la NBA, l’Eurolega o le partite del figlio ma non certo la serie A o la LegaDue, si chiede: perchè? La principale spiegazione, proposta dal direttore di Superbasket Claudio Limardi, è che questa concessione alla LegaBasket sia una sorta di indennizzo per le regole restrittive sugli stranieri a partire dal 2010-2011: due extracomunitari e quattro europei, in alternativa tre extracomunitari, per non dire americani, e due europei, riducendo nel contempo ad uno per squadra gli italiani solo di passaporto ma non di formazione (gli Stonerook della situazione). A questo aggiungeremmo che il progetto di Meneghin, che qualche esperienza nel marketing ce l’ha, è quello di avere una serie A che dia più spazio ad azzurri o azzurrabili (l’ottavo della situazione, come minimo, dovrà essere uno convocabile in azzurro: non che Stonerook non lo sia, ma lasciamo perdere) ma anche più visibile sui media generalisti. Un corollario non da poco è che la Lega gestirebbe da sola le situazioni dovute a fallimenti o trasferimenti, quindi creandosi la facoltà di portare o riportare in alto grandi città. Insomma, la Fortitudo Bologna in A Dilettanti non si dovrebbe vedere più. Detto questo, a chi importerà un campionato con un maggior numero di partite inutili?

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