Senso della non notizia

22 Ottobre 2009 di Stefano Olivari

Uno dei momenti più emozionanti delle partite di Champions, in certi casi l’unico, è quello delle squadre schierate in mezzo al campo mentre suona l’inno. Non si capisce quindi per quale motivo Sky faccia partire la pubblicità (lunghissima, fra l’altro: roba da tivù commerciale pura) proprio in questo momento perdendosi dettagli a volte più importanti rispetto ad azioni di gioco (comunque da non interrompere, a maggior ragione per una pay-tv). Per non parlare degli spogliatoi e del percorso che porta al campo, sempre sacrificati sull’altare di lavagne tattiche (quando va bene) e considerazioni da studio che andrebbero benissimo mezzora prima. Insomma, è tutto molto rigido ed evidentemente la direttiva parte dall’alto: solo così si spiega come mai il post Real Madrid-Milan, che sarebbe stata la partita del giorno anche finendo zero a zero con zero tiri in porta, sia stato preceduto da mezzora di tristi dichiarazioni su un dimenticabile Juve-Maccabi Haifa. Si volevano educare gli spettatori (allora perchè non un bel punto su Porto-Apoel Nicosia?) o semplicemente si rispetta uno schemino prefissato? Avanti così, facciamoci del male: a 70 euro al mese, fra l’altro.

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