Sadomaso club

6 Settembre 2010 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni
Un anno da raccontare a Porelli, la Rai da orgasmo, il Mondiale interrotto, i boiardi contro Meneghin, gli italiani che non migliorano, l’oro di Lucchesi, la conversazione di Tanjevic, il libro di Nikolic, l’aria di Pesaro e i tempi morti di Sabatini.

Oscar Eleni da Sete, Francia, sulla costa del Languedoc. Dove sopra il porto, in fondo al golfo e al piede di una collina la cui massa rocciosa si stacca dalla linea della riva, tra lo stagno di Thau e il mare Mediterraneo, scavato a mezza costa del Mont St.Clair, il cimitero marino domina il paesaggio.Questo è il posto dove ci porta la storia di Paul Valery raccontata da Giuseppe Marcenaro, ma deve essere anche il posto dove il 4 settembre, nel sogno, abbiamo alzato il calice per brindare con l’avvocatone Porelli che, come sappiamo, amava il grande mare, non le pozzanghere come tanti che hanno provato ad imitarlo senza riuscirci. Dovevamo raccontargli un anno senza di lui. Non ci siamo riusciti. Commozione? No, soltanto avevamo perso in mare tutte le carte per denunciare questo basket sadomaso che si diverte soltanto quando può essere frustato o maltrattato.
Prendiamo il mondiale di basket in Turchia. La RAI ci serve benissimo nella prima settimana. Siamo quasi all’orgasmo e sopportiamo bene la voglia di Franco Lauro che insiste a voler passare per super competente quando ci basterebbe che facesse bene il lavoro che gli viene meglio se pensa soltanto al bene della telecronaca. Ci piace anche lo Stefano Michelini che fa infuriare Taucer, ma guida il colto e l’inclita nelle pieghe amare della tattica, della lavagna, degli schemi cornificati, esagerando soltanto quando si dimentica che potrebbe campare sull’ironia e non sul manicheismo della sua buona scuola. Insomma siamo soddisfatti e ci viene in mente che se davvero il Proli e il Minucci si sono stancati di SKY, se la Lega cerca una strada televisiva diversa, allora si potrebbe ritentare con questa RAI che ha due canali sportivi.
L’allarme suona quando la voglia di vedere la Celtic League di rugby si spegne sulla ricerca dei canali Dahlia, ma poi tutto torna alla scogliera di Paul Valery nella settimana delle partite che non hanno domani, le vere perle del mondiale di Labuan. La prima giornata offre due appuntamenti storici: nel politico e nello sport. Eh sì, perché Croazia-Serbia impegnate in una partita senza domani al Mondiale vale tantissimo, senza contare il piacere di vederli giocare sempre bene a basket. Eh sì, perché Spagna-Grecia sono le ultime finaliste del Mondiale, le due rappresenative più invidiate in Europa, per ricchezza non soltanto economica anche se quella conta molto. Loro, loro della Rai, non ci pensano proprio: polo, canoa e rotelle, servite in diretta e poi riproposte. Da diventare matti. Con certa gente va a finire sempre così: ti portano all’orgasmo e poi interrompono il coito. Lo fanno con tutti gli sport se è vero che un calcio d’angolo battuto troppo in fretta dal Pirlo, re degli scettici blu con la gardenia all’occhiello, ha fatto andare in pubblicità il gol del Cassano pentito. Per questo errore fulmini dal monte Ida, ma se facessero attenzione si accorgerebbero delle troppe puttanate al servizio dell’ignoranza negli sport che loro considerano  ‘meno popolari’. Poveri gonzi. Speriamo che almeno le finali non vadano a sbattere sullo scoglio di questo cimitero, adesso che torna la serie A del calcio.
Caro Avvocatone, cara Paola, torniamo al largo. Voi teneteci il posto. Non manca tanto visto che con il freddo i chirurghi tornano al lavoro. Mentre cerchiamo una riva diversa studiamo il nuovo copione dell’eurobasket allargato a 24 squadre, operazione fatta in corsa, fuori dalle regole, ma fatta bene dal Meneghin che, ogni tanto, spiazza i collezionisti di pennini, i borosauri da colazione gratuita, viaggio premio, porcate variate, mettendo il suo faccione da dirigente dove la gente sa con chi sta parlando e misura bene il personaggio che ha di fronte senza neppure immaginare che in Italia esiste una setta di trafficanti esperti nella raccolta voti che prepara la successione alla prima tornata possibile, cioè nel dopo Londra. Ora non veniteci a dire che è Petrucci a tramare perché, uscito dal Coni , vorrebbe tornare come presidente federale. Forse sarà anche così ma Meneghin, cara gente, non potete metterlo da parte e Petrucci è troppo intelligente per dare spazio ai boiardi che lo vanno a trovare con insistenza da pelosa indagine. Nel mondo conoscono Meneghin e a lui danno credito. A voi della setta riderebbero in faccia e non andate a fare le libellule nella nuova Arena di Istanbul quando a Super Dino daranno anche le chiavi per la casa della gloria FIBA dopo quelle della casa storica di Springfield. Statevene a casa e fateci sapere che non siete davvero al servizio del sistema, ma soltanto dello sport che vi ha eletti, che non avete rancore e non vivete nell’illusione di aver inventato davvero la formula per tirare fuori dalle cantine il nuovo giocatore italiano che nasce senza saper correre o saltare perché a scuola deve stare con le mani in seconda.
Nazionale senza l’angoscia di dover pensare agli svaghi durante un raduno di due mesi. Un’angoscia che vedi ben dipinta sulla faccia di giocatori che da una stagione all’altra non aggiungono quasi niente al loro già modesto repertorio, gente che chiama la GIBA, i presidenti, i loro tutori legali se soltanto provi a farli lavorare nelle feste comandate, durante le ferie non meritate: vogliono il tempo libero per guadagnare gettoni ai camp dove sorridono ai bambini rubando qualche caramella. Diciamo questo dopo aver visto al Mondiale i progressi di tanti giocatori, dopo aver valutato che siamo, purtroppo, di seconda fascia: fisicamente, tecnicamente, mentalmente. Come le api, adesso che dovrebbe arrivare il freddo voliamo sui fiori che troviamo.
Non conosciamo Giovanni Lucchesi, l’unico allenatore italiano che ha portato a casa una medaglia d’oro per il basket italiano, lui e Bucci, altrimenti chi li sente i veterani campioni a Zagabria, chi lo sente il dottor Stranamore entrato fin troppo nella parte dello stratega allo Spielberg dove l’età dovrebbe lasciare spazio alla gioia e non al fanatismo. Non lo conoscevamo bene prima, questo Lucchesi, prima della vittoria cone le sue under 18, ma ora ci pare di vederlo là in fondo, dove il dolore ci succhia il sangue, mentre cammina di fianco a Riccardo Sales che ha voluto ricordare nel momento del successo. Molti altri hanno già dimenticato il Barone, molti che lo hanno tradito e ancora stanno sul biroccio fingono di non avere memoria, lui no. Gli auguriamo altri successi, a lui e al Ticchi che ha presentato belle facce nuove nella femminile anche se non c’è stata la qualificazione e, purtroppo, neppure, il ripescaggio.
Caro Avvocato le dico subito che il Bonamico allevato in casa Virtus, facendolo maturare persino a Milano, in casa di nemici che lei onorava perché il basket aveva bisogno della grande Olimpia, ci stupisce ogni giorno di più. La sua Lega Due ha idee, arruola gente di qualità e soltanto chi è corto d’ingegno non vede che questo sarà il serbatoio per far crescere una pianta che duri nel tempo.Siamo curiosi di vedere cosa verrà fuori da questa Armani che ha messo nel motore cavalli potenti, che ha tutto per andare a caccia dello scudetto. Ma siamo anche curiosi di capire come si ricicla da assistente il Giorgio Valli che ha lavorato così bene a Ferrara, come vivrà Boniciolli insieme alla sua guida spirituale Tanjevic che, come si è visto, manda al diavolo i medici. E sul campo si agita come se davvero avessero operato un altro e la chemio fosse soltanto un momento di splendida conversazione, come direbbe l’ultimo dei grandi samurai nella scuola slava onorata in Turchia da Ivkovic e dal padre di Becirovic oltre che dal Sani boy che non è proprio da rottamare come ci dicevano gli uccellini del Palalido.
A proposito di Stefano Michelini: nelle telecronache ci ha fatto sapere che ogni

anno rilegge il libro tecnico scritto dal professor Nikolic. Allora il suggerimento dovrebbe arrivare anche all’associazione allenatori o forse si preferisce il nuovo verbo di chi nella carriera non ha mai lasciato una traccia? Meneghin pensaci, tu sai chi era Nikolic.Attenti ai nuovi acquisti: tutti vi diranno che non sognavano altro. Anche i tipi alla Williams. Statevi accorti. Abbiamo invidiato quelli che si sono goduti la Ghirada libera per una giornata intera. Abbiamo apprezzato l’idea, il progetto, ma non per questo vi diremo che non rimpiangeremo uno come Buzzavo anche se lui, da ruvidone sul Sile, ci ordina di lasciarlo perdere:” Dimenticatemi”. Eh no.
Aria nuova nel pesarese. Il sorriso di Scavolini di fianco all’uomo della resurrezione, nel giorno del battesimo della Siviglia con nacchere e grandi espada, ci dice che forse qualcosa nascerà anche lontano dall’hangar che dovrebbe rimettere i fiori sul suo balcone. Pesaro e la passione, i grandi sentimenti, le grandi orchestre ed è stato bello rivedere al sassofono Charlie Yelverton, uno che il basket lo sentiva come armonia cosmica, arrivato sul mare per la raccolta fondi utile a costruire un gattile. Dieci, cento, mille Charlie sax, altro che questi dalla mutanda lunga.
Non disturbate il pianista Sabatini, anche quando batte sul tasto che rompe l’armonia Virtus creando una situazione difficile per Lino Lardo che in molti danno già sul filo senza la rete societaria sotto. Non può essere vero: né che il Sabba si faccia socio del sadomaso basket club, proprio lui che in estate ha vinto almeno due premi per iniziative che servono a tutti oltre che alla Virtus e al basket bolognese, né che voglia mettere la trave di fuoco dietro al suo allenatore mai abbracciato con vero slancio, né che abbia davvero in mente di aver costruito una nuova Virtus superiore a Milano, Siena, Treviso e Roma. Ci sono squadre come Montegranaro, Caserta, Pesaro, Cantù, Brindisi, Avellino che non hanno perso tempo. Diciamo che è vivacità nei tempi morti, tanto per stimolare l’appetito e favorire la conversazione.
Oscar Eleni

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