Risatine da embedded

12 Febbraio 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

1. Piccolo spaccato sul Lippi che Rai Uno non vi racconterà mai, forse perchè troppo impegnata ad analizzare gli ‘atteggiamenti animaleschi’ del Dunga di turno (quando invece a fare notizia era il tremendo montone del c.t. brasiliano, simile a quelli taroccati-rubati che vendevano nelle piazzole degli autogrill una ventina di anni fa). Testimonianza di un collega presente martedì notte alla conferenza stampa per tutti: giornalisti italiani, brasiliani e inglesi. Ad un certo punto una cronista inglese osa chiedere: ”Mister Lippi, visto com’è andata la partita si pente di non avere convocato Del Piero e Cassano?”. Comunque la si pensi su Del Piero e Cassano, sarebbero le discussioni di ogni giorno qui da noi. Ma ‘Grazie Marcello’ invece di rispondere anche solo con un semplice ‘no’ guarda la donna con aria schifata, come solo sa fare lui, e rivolgendosi al crocchio dei giornalisti italiani dice: ”E questa sarebbe al stampa inglese? Mah…”. Immaginiamo le risatine ed il darsi di gomito di molti (per fortuna non tutti) inviati campioni del mondo, embedded de’ noantri.
2. Quante volte negli ultimi decenni abbiamo letto del pallone che si sta sgonfiando e del calcio in crisi? Anche senza lo scontato esempio del mercato dell’auto, con gli europei che si sono resi conto (grazie alle minori entrate, non per illuminazione divina) della demenzialità del cambiare macchina ogni anno solo per fare invidia al cognato, non sono molti i settori dell’economia mondiale che nell’ultimo anno siano cresciuti del 6%. Perché con il calcio si potrebbe addirittura guadagnare, senza bisogno di inginocchiarsi di fronte a riciclatori e sceicchi. Lo studio della Deloitte denominato ‘Football Money League’ ha confermato che il Real Madrid è la prima squadra del mondo per fatturato, con 366 milioni di euro tutto compreso incassati nella stagione 2007-2008. Secondo il Manchester United a 325 milioni (ma con aumento maggiore rispetto all’anno precedente, 21% contro il 4 castigliano), terzo il Barcellona a 309 e via scendendo fino al Milan, ottavo e prima italiana con 210 milioni. A sorpresa al secondo posto c’è la Roma con 175, poi l’Inter (173) e la Juventus (168). Ma al di là delle situazioni dei singoli, dipendenti anche dai risultati (di sicuro lo United ha sfruttato gli incassi della Champions League), il numero che colpisce fra i tanti è che i ricavi complessivi dei primi 20 club siano di 3,9 miliardi di euro, il già citato più 6% rispetto all’anno precedente. E’ quindi assurdo che questi club siano per la maggior parte indebitati: rose di dimensioni mostruose e inutili, spesso un numero di dipendenti da ministero, e soprattutto situazioni che non si possono raccontare ma di cui ci si rende conto ogni partita guardando le panchine o la tribuna.
3. Mario Pescante è un po’ scomparso dai radar mediatici (vetta assoluta della sua esistenza l’abbraccio al Nardiello derubato di Seul 1988), anche se non se la passa malissimo: deputato del PdL con annessi e connessi, membro del CIO con annessi e connessi, insegnante di diritto sportivo alla Luiss, presidente di una commissione alla Camera, più varie ed eventuali. Interessante però la sua dichiarazione a RedTv (in sostanza D’Alema Channel, un vero mistero dell’editoria il modo in cui stia in piedi), riguardante una candidatura olimpica dell’Italia: ”La mia risposta è molto tranchant, non siamo pronti. Per molto molto meno sto soffrendo per i Giochi del Mediterraneo, che non sono neanche paragonabili alle Olimpiadi». Non è però chiaro come mai Roma fosse a suo dire pronta nel 1997 (era presidente del CONI quando la capitale andò a Losanna in ballottaggio con Atene per il 2004) e non nel 2009, visto che fra poco ci sarà il nuovo stadio del nuoto e che fra Lazio e Roma qualcosa nel settore dell’impiantistica verrà mosso. Curiosità: Pescante diede la colpa della ‘sconfitta’ agli attacchi italiani (non certo provenienti da Cannavò) a Samaranch e nientemeno che a Mandela, che a suo dire avrebbe fatto convergere i voti africani verso Atene in cambio dell’assicurazione dell’Olimpiade 2008 a Cape Town (e infatti…). Curiosità nella curiosità: nel 1997 si era in pieno primo governo Prodi, adesso è al potere la parte politica di Pescante. Analisi del fantomatico ‘sistema paese’ o dispiacere per qualche trombatura? Più in generale, non ha senso che si rinunci a grandi progetti usando la retorica del ‘non siamo pronti’. Nessuno sarà mai ‘pronto’ se non esiste un obiettivo.
4. Grande successo per lo spot Sakura con protagonista Franco Baresi (a proposito, su eBay vendono il Sakura Fuego a 10 euro) ma soprattutto uno sceneggiatore dello spot assolutamente folle. Ed allora proponiamo un altro cult anni Ottanta: Zoff con l’Olio Cuore. Erede di Nino Castelnuovo e del suo leggendario salto della staccionata (nato per caso, non era previsto dal copione: altro che creativi), il campione del mondo si asteneva dal parlare e lasciava che il senso del tutto fosse dato dalla musica (‘Chariots of Fire’ di Vangelis). Lo spot è del 1983, mentre per la campagna dell’anno dopo fu scelta come testimonial Mariangela Melato, che si presentava come ospite a casa della famiglia Blasi. Sì, proprio quella della oggi smutandata (ma le Iene è diventato un programma per bavosi?) Ilary, che a tre anni fa probabilmente la sua prima apparizione in video. Bravo e agile anche suo padre nel saltare la staccionata. Cose vere, cose anni Ottanta.
stefano@indiscreto.it
(appuntamento a domani, verso mezzogiorno)
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