Quei pazzi che giocano subito

30 Aprile 2012 di Oscar Eleni

10 A REGGIO EMILIA per aver creduto nella scelta interna, nella cantera di una società che, come diceva Frates ai tempi belli, aveva nel vivaio anche giocatori più bravi di Melli.

9 Al RECALCATI magno che se ne impippa dei consorziati brontoloni e porta la Cimberio ad un eccellente risultato.

8 A CASALE e alla sua breve parentesi in serie A perché noi speriamo venga ripescata e non soltanto per la vittoria di Roma che spiega tutto su certe società, su determinate squadre.

7 A VALLI e CROVETTI per aver dato alla Sutor la forza della salvezza, alla società un progetto sul quale ragionare, nella speranza che arrivino soldi oltre ad altre idee.

6 A RAMAGLI e i RAGAZZI di TERAMO che hanno aspettato di essere salvi per dirci la verità su contratti mai onorati da chi li aveva firmati.

5  A PESARO se girerà le spalle a questa bella Scavolini che, giustamente, deve arrivare in fondo con questi uomini perché le casse nono sono floride, perché basterebbe un Cusin sano per rimettere in pista la più velenosa delle avversarie da play off.

4   A Gilberto BENETTON, uno da dieci e lode, se non si commuove davanti a questa sua ultima edizione di Pallacanestro Treviso dove c’è molto di quello che lui e Buzzavo avevano seminato e che altri hanno mangiato senza digerirne la grande storia.

3 Agli ARBITRI se insistono a punire le difese quando  si creano i mismatch. Aggiornarsi guardando la NBA? Anche. O vorreste dire che il loro basket deve essere diverso dal nostro ?

2 Al PAUNIC che ha fatto un discreto esordio in maglia Virtus, ma si è voluto presentare con un biglietto da visita che una città  come Bologna poi ti straccia in faccia perché  se ti manda Danilovic allora devi essere almeno feroce come lui.

1 All’ACEA ROMA vituperio delle genti cestistiche. Ecco un caso dove non pagare gli stipendi avrebbe un senso e non bastano le scuse alla fine, nel dopo partita, nel dopo stagione. Ci vuole altro per farsi perdonare.

0 Alla LEGA che fa soltanto visite di cortesia nelle società che dovrebbero presentarsi a Bologna con i libri contabili e davanti anche agli ispettori federali perché il Meneghin che Scariolo vorrebbe prendere per  le orecchie, sbagliando bersaglio, nascondendosi dietro l’ironia nell’intervista allo scrittore Pisa, deve avere la forza di uscire dalla porta principale portandosi dietro i sansonetti senza marrons che hanno avvelenato la sua presidenza di salute pubblica per uno sport che si ammala da solo, anche soltanto mettendo fuori ilo naso dalla tana.

OSCAR ELENI, 30 aprile 2012

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