Quant’era snodabile Boss Robot

13 Luglio 2012 di Stefano Olivari

Qualche sera fa, in un circolo culturale di Settimo Milanese dove mancavano solo Sartre e Simone de Beauvoir (ma giusto perché sono morti), abbiamo paragonato uno dei presenti a Boss Robot. Volevamo esaltare le sue doti di flessibilità e snodabilità come portiere, ma lui l’ha presa male perchè nell’immaginario collettivo di una generazione Boss Robot era la rappresentazione del ciccione sfigato, che ha bisogno che qualcuno venga in suo soccorso e che i ‘giusti’ della situazione amano avere intorno perché non c’è il rischio che questi sia competitivo nel settore fighe. L’animata discussione ha però avuto il pregio di riportarci alla memoria un personaggio di Mazinga, presente sia in Mazinga Z che nel Grande Mazinga (le due serie collegate, trasmesse in Italia in maniera incompleta a partire dal 1980): Boss Robot, appunto. In battaglia utile a Mazinga e ad Afrodite A solo per scaldare l’ambiente, prima che quelli ‘veri’  sconfiggessero i mostri mandati dal Dottor Inferno, cattivo ma meno inquietante del Conte Blocken e soprattutto del transgender (con gli occhi di oggi) Barone Ashura. Tornando a Boss Robot, va detto che nelle puntate iniziali non esiste e che viene creato solo a metà serie. Pilotato da Boss, personaggio che ha un’evoluzione: prima compagno di scuola del protagonista Koji e pretendente ‘duepiccato’ di Sayaka, poi amico che accetta la regola dell’amico e pilota il più ridicolo dei robot in campo contro i Micenei. Va detto che abbiamo sempre sperato che prima o poi fosse Boss a salvare Koji, ma citando a memoria questo non è purtroppo mai successo. Però era snodato e a noi Boss della vita reale, già da piccoli, questo bastava.

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